Lollobrigida agita lo spettro del complotto: "Dopo Berlusconi tocca a noi"
Il ministro parla di un "timing sospetto" sulle inchieste. I casi Santanchè, Delmastro e figlio di La Russa mentre si discute la riforma della giustizia Nordio
Giustizia, Lollobrigida: "Timing sospetto sulle inchieste..."
La questione giustizia agita il governo Meloni. Pesa la "tripletta" di inchieste che coinvolgono membri dell'esecutivo. I casi Santanchè, Delmastro e del figlio di La Russa preoccupano la maggioranza e le polemiche sulla riforma di Nordio alimentano i sospetti di un fedelissimo di Meloni, il ministro Lollobrigida. "Devo dire - dice Lollobrigida al Fatto Quotidiano - che c'é uno scadenzario di inchieste della magistratura piuttosto sospetto…". Evocando così i sospetti su un complotto delle toghe contro l’esecutivo. E riprendendo quanto fatto filtrare da Palazzo Chigi qualche giorno fa. Quando si accusavano i pm di aver "iniziato la campagna elettorale per le Europee". Per fare "opposizione al governo".
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"Ieri sera (lunedì, ndr) - prosegue Lollobrigida al Fatto - in tv ho sentito parlare il giornalista Daniele Capezzone (su Rete 4, ndr) e mi ha convinto molto perché parlava delle inchieste che finiscono in niente". Il ministro prima dice di avere fiducia nei giudici. Poi però va al punto: "Certo, bisogna rilevare che c’è un certo scadenzario di inchieste da parte della magistratura, che messe in fila tutte insieme sono un po' sospette…". Poi arriva l'elemento politico: "Diciamo che se fino a oggi tutte le energie dei magistrati si erano concentrate per andare a colpire Silvio Berlusconi, adesso che lui non c’è più, quelle energie si sono liberate nei nostri confronti…".