Manovra: c'è malumore nella Lega, ma con Giorgetti al Mef ha le mani legate
"Saremo qui a schiacciare il bottone": nemmeno Salvini potrà proporre modifiche sostanziali a un testo già "semi-blindato"
Governo: il Carroccio non può sconfessare il proprio ministro di peso
Laconico. Affranto. Rassegnato. Così il gruppo della Lega alla Camera si prepara all'arrivo della Legge di Bilancio per il 2023 a Montecitorio (il testo è atteso per oggi, prima in Commissione e poi in Aula). Di punti che non convincono i deputati del Carroccio ce ne sono e sono diverse le modifiche che vorrebbero presentare con emendamenti al testo uscito dal Consiglio dei ministri: dalle pensioni alle cartelle esattoriali, dal Superbonus edilizio agli interventi contro il caro-bollette.
Aggiustamenti, miglioramenti, nessuno stravolgimento, per carità. Ma semplicemente non si può. Prima di tutto perché da Palazzo Chigi è arrivato un segnale, forte, alla maggioranza che il testo è semi-blindato (clicca qui per leggere l'inside di Affaritaliani.it) e secondo luogo perché il ministro dell'Economia e delle Finanze, che ha messo a punto e di fatto scritto la manovra, si chiama Giancarlo Giorgetti e di mestiere fa (anche) il vice-segretario della Lega.
"Abbiamo le mani legate, con GG al Mef", spiega una fonte leghista ai massimi livelli. "Saremo qui bravi e buoni a schiacciare il bottone, come ci verrà detto", aggiungono sempre dal Carroccio. Non solo. Anche lo stesso Matteo Salvini, segretario del partito, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, obtorto collo ha le mani legate, come il gruppo dei deputati della Lega.
Come fa infatti a proporre importanti modifiche, che probabilmente vorrebbe anche su alcuni punti specifici, con Giorgetti al Mef? Se lo facesse, così come se lo facesse il gruppo del Carroccio, sarebbe come sconfessare il proprio ministro di peso nel governo. Impossibile. Rassegnati e affranti, leghisti con le mani legate sulla manovra in Parlamento.