Meloni, donna (quasi) sola al comando. Il cerchio magico si sta sgretolando

Bene in Europa grazie al lavoro di Fitto, il problema è a Roma e a Palazzo Chigi

Di Alberto Maggi
Giorgia Meloni
Politica

Belpietro spin doctor e rimpasto post-Regionali: le due ipotesi di rilancio


Una donna sola al comando. O quasi sola. La fiducia nella presidente del Consiglio Giorgia Meloni resta alta nei sondaggi, così come Fratelli d'Italia nonostante una leggera e forse fisiologica flessione. Il problema della premier, semmai, è quello di non avere più (o di non avere mai avuto) un vero e proprio cerchio magico. Un gruppo di persone fidate, fidatissime, sul quale contare sempre e comunque. In Europa ha sicuramente ottenuto ottimi risutati, dal tetto al prezzo del gas ai buoni rapporti con Olaf Scholz e Ursula von der Leyen e certamente un ruolo importante facendo da spola tra Roma e Bruxelles lo gioca il silente ma instancabile ministro per i rapporti con l'Ue Raffaele Fitto.

Più precaria la situazione a Roma, e soprattutto dale parti di Palazzo Chigi. Il rapporto con i due vicepremier è saldo e sincero, ma ovviamente sia Matteo Savini sia Antonio Tajani tirano l'acqua dalla parte del proprio mulino, ovvero della Lega e di Forza Italia, in spasmodica ricerca di risalire nei sondaggi dopo il pessimo risultato del 25 settembre. Sulla Legge di Bilancio l'asse con il titolare dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha retto bene, Meloni si fida di lui e della sua prudenza sui conti. Ma non può certo essere annoverato tra i fedelissimi. Restano ottimi i rapporti con Guido Crosetto, un tempo consigliere e oggi ministro della Difesa e con il cognato Francesco Lollobrigida, alle prese però quotidianamente con le battaglia per la difesa del Made in Italy della nostra produzione agroalimentare.



Il problema per Meloni è che il vero cerchio magico si è un po' sgretolato. Andrea Delmastro era il suo uomo fidatissimo al ministero della Giustizia ed è finito nelll'occhio del ciclone per le note vicende legate alle rivelazioni sul caso Cospito, così come Giovanni Donzelli (al quale ha tirato le orecchie perfino Maurizio Gasparri) che, al di là del ruolo di vicepresidente del Copasir, ha in mano la macchina organizzativa di Fratelli d'Italia. Pesante poi il colpo subito a Palazzo Chigi con la bufera sul più fedele dei fedelissimi, il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, costretto a intervenire per smentire l'articolo al vetriolo de La Stampa (al quale ne sono seguiti altri). "L’articolo apparso oggi sul quotidiano La Stampa nel quale si sostiene che io vorrei “insegnare a sparare nelle scuole” è ridicolo e infondato. La chiacchierata tra me e il generale Federici, consigliere militare del Presidente Meloni, che il giornalista de La Stampa crede di aver carpito come uno scoop verteva su tutt’altro. La necessità di fornire maggiori risorse per l’addestramento di Forze Armate e Forze di Polizia e oltre a ciò l’ipotesi di prevedere un canale privilegiato di assunzione in questi Corpi dello Stato per gli atleti di discipline sportive reputate attinenti, anche se non olimpiche, quali paracadutismo, alpinismo e discipline di tiro. Due misure alle quali lavoreremo al più presto".

Un polverone, comunque. Fiumi di inchiostro e ore di dibattiti in tv. Il problema sta forse nella scarsa cultura di governo di chi circonda la premier perché stare all'opposizione a fare le battaglie in Parlamento è decisamente più semplice. Per questo, forse, che nei giorni scorsi affaritaliani.it ha raccolto dei rumor, mai smentiti da nessuno, che parlavano di Maurizio Belpietro pronto a vendere La Verità e a diventare una sorta di spin doctor a Palazzo Chigi, un consulente sulla comunicazione e su come gestire i dossier più caldi per non esporre l'esecutivo al fuoco dei soliti giornaloni che non aspettano altro per sparare cannonate. Al fianco di Meloni c'è anche Luca Ciriani, competente e serio, con il ruolo di ministro per i Rapporti con il Parlamento, figura chiave, ma storicamente non è mai stato un fedelissimo di Meloni. Da qui anche le voci di rimpasto dopo le Regionali di domenica e lunedì, a seconda ovviamente anche dei risultati delle liste del Centrodestra. 

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