Meloni lavora a un compromesso sul salario minimo. Eccolo, anteprima esclusiva

Salario minimo, clausola nella contrattazione collettiva e... ecco l'inside in anteprima esclusiva

Di Alberto Maggi
(foto Lapresse)
Politica

Meloni non può accettare in pieno la proposta di Pd e M5S, ma non può nemmeno ignorare il tema, infatti...

Sul salario minimo per legge, dopo l'incontro finito nel nulla della scorsa settimana a Palazzo Chigi con i leader delle opposizioni, Giorgia Meloni sta cercando una soluzione. Da un lato sa che Antonio Tajani e soprattutto Matteo Salvini sono contrari, dall'altro però tutti i sondaggi usciti finora indicano che circa il 75% degli italiani è favorevole alla misura presente in quasi tutti i Paesi dell'Unione europea.

La presidente del Consiglio ha preso tempo, rimandando tutto al Cnel di Renato Brunetta, contrario al provvedimento. Ma - spiegano fonti della maggioranza - qualcosa si inventerà in Legge di Bilancio. Non può certo accettare in pieno la proposta di Pd e Movimento 5 Stelle ma non può nemmeno chiudere tutte le porte a una soluzione almeno di compromesso. E infatti, sottolineano fonti Dem, non ha detto di no al salario minimo. Quale potrebbe essere il punto di caduta accettabile per la presidente del Consiglio?



L'ipotesi più accreditata al momento è quella di inserire una clausola per legge nella contrattazione collettiva, che resta fondamentale e libera senza interferenze del governo, che preveda che sotto una certa soglia legata anche al tasso di inflazione i salari non possano andare. Questo per il settore privato, mentre nel pubblico ovviamente sarà lo Stato a intervenire per evitare che siano paghe da fame. Per coloro invece che non hanno la contrattazione collettiva l'esecutivo starebbe studiando una sorta di salario di ingresso, un limite sotto il quale non si può scendere.

Una soglia che potrebbe variare anche in base all'età e all'esperienze lavorative precedenti. Comunque un limite dovrebbe essere previsto anche in questi casi particolari. Non certo la proposta delle opposizioni ma una via di mezzo per dimostrare al Paese che il governo non è sordo a un problema reale. Anche se il grosso dell'intervento resta il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro da confermare anche per il 2024. Una misura che da sola vale 8-10 miliardi di euro. Soldi che il ministero dell'Economia sta già cercando, insieme a quelli per intervenire sulla riforma delle pensioni per scongiurare il ritorno della Legge Fornero.

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