Mes arma di Meloni sui tavoli Ue: che cosa vuole ottenere. Derby con Salvini

Fondo salva-stati, iI vero motivo della rigidità della premier

Di Alberto Maggi
Politica

Forza Italia sostiene la posizione del governo del rinvio anche se l'appartenenza del partito fondato da Silvio Berlusconi al Ppe mette in imbarazzo Antonio Tajani e gli azzurri

 

Una partita a scacchi, dove bisogna stare calmi e pensare molto bene alla prossima mossa. E' questa la chiave di lettura delle parole di ieri in Parlamento della premier Giorgia Meloni sul Mes ("Errore portarlo in Aula adesso") e nel giorno in cui inizia un delicatissimo Consiglio europeo nel quale la presidente del Consiglio intende dare battaglia su diversi fronti.

La leader di Fratelli d'Italia sa di avere in una mano un'arma molto potente, la ratifica del Fondo salva-Stati deve avvenire in tutti i Paesi dell'Unione (manca solo l'Italia) ed è quindi una sorta di merce di scambio che Meloni vuole utilizzare per giocare altre partite con la Commissione europea e con gli altri stati membri dell'Ue, Germania e Francia in testa. Prendere tempo, rinviare il tutto a settembre o probabilmente anche oltre (come aveva anticipato ad Affaritaliani.it qualche giorno fa Marco Osanto, presidente FdI della Commissione Finanze della Camera) serve alla premier per strappare qualche risultato su altri delicatissimi tavoli. In primo luogo c'è il fronte immigrazione con gli sbarchi che continuano e continueranno in estate e sul quale, al di là delle parole, dall'Europa ancora non ci sono passi in avanti concreti.

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Ma poi c'è il tema della rimodulazione del Pnrr, degli aggiustamenti per arrivare ad ottenere tutte le tranche dei soldi previsti ma con condizioni e obiettivi rivisti dal governo. Senza dimenticare - importantissimo - il dossier della riforma del Patto di Stabilità che con la fine dell'emergenza Covid non può certo tornare ad avere le rigide regole di prima. La presidente del Consiglio punta a ottenere un minor peso del debito (vista la situazione italiana) e a scorporare gli investimenti per la crescita dal calcolo deficit-Pil. Il tutto con la questione dei tassi di interesse.

Certo che la Banca Centrale Europea è autonoma da statuto, ma Meloni intende spingere gli altri leader Ue e la Commissione a fare pressione su Christine Lagarde affinché ammorbidisca la sua posizione di continui rialzi del costo del denaro, che, come ha detto ieri in Aula, sono peggio della malattia (l'inflazione). Una partita lunga e difficile ma che la leader di FdI giocherà fino in fondo. Non solo. Sullo sfondo ci sono le elezioni europee del giugno 2024 e il derby a destra con la Lega.

Meloni sa perfettamente che Matteo Salvini è contrarissimo al Mes e non vuole lasciare questo tema da campagna elettorale al leader del Carroccio e quindi non può cedere senza prima aver ottenuto qualcosa di importante su altri fronti. In tutto questo, almeno al momento, Forza Italia sostiene la posizione del governo del rinvio anche se l'appartenenza del partito fondato da Silvio Berlusconi al Ppe mette in imbarazzo Antonio Tajani e gli azzurri. Ma, come spiegano fonti qualificate di Fratelli d'Italia, non ci sarà alcuna ratifica del Mes senza prima aver portato a casa risultati importanti e concreti.

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