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Via libera al Decreto Lavoro. Proteste del M5s con striscioni, seduta sospesa

di redazione politica

Il decreto Lavoro, con il via libera definitivo della Camera, viene convertito in legge, ma la seduta è stata sospesa dopo le proteste partite dai banchi M5s

Via libera al Dl Lavoro, proteste del M5s

Il decreto Lavoro, con il via libera definitivo della Camera, viene convertito in legge. Diverse le novità introdotte dal provvedimento varato dalla riunione del Cdm del 1 maggio scorso: si va dall'addio al reddito di cittadinanza che viene sostituito dall'assegno di inclusione a un ulteriore taglio del cuneo fiscale, ma solo fino al 2023, alle modifiche sui contratti a termine fino alla proroga dello smart working.

La seduta alla Camera, in diretta tv, per le dichiarazioni di voto finali al dl Lavoro è stata sospesa dopo che dai banchi M5s, al termine dell'intervento di Giuseppe Conte, è stato srotolato il grande striscione giallo con la scritta 'Basta vite precarie' che aveva accompagnato nei giorni scorsi la mobilitazione in piazza del Movimento.

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Nonostante la sospensione di alcuni minuti dell'Aula, la protesta dei 5 stelle contro il decreto Lavoro non si placa e così la presidente di turno, Anna Ascani, è costretta a sospendere nuovamente i lavori per pochissimi istanti, "stigmatizzando" quanto avvenuto. 

Assegno inclusione al posto del reddito di cittadinanza

Di seguito, ecco le nuove norme contenute nel decreto. Viene istituito l’Assegno di inclusione dal 1 gennaio 2024, misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale e di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale delle fasce deboli.

Il testo prevede il riconoscimento - a richiesta di uno dei componenti del nucleo familiare -  del beneficio a garanzia delle necessità di inclusione dei componenti di nuclei familiari con disabilità, nonché dei componenti minorenni o con almeno sessant’anni di età ovvero dei componenti in condizione di svantaggio e inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione. 

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Per l’accesso al beneficio devono concorrere - al momento della presentazione della richiesta e per tutta la durata di fruizione del beneficio - congiuntamente diversi requisiti, con riferimento alla cittadinanza, alla residenza e al soggiorno, alla condizione economica, al godimento di beni durevoli e ad altri indicatori del tenore di vita, alla mancata sottoposizione a misura cautelare personale, a misura di prevenzione, e alla mancanza di sentenze definitive di condanna, requisiti che devono essere posseduti congiuntamente.