Mes, il governo scricchiola ma non cade: Tajani vs Cattaneo: spaccatura in FI
Forza Italia era una fiera sostenitrice. Ora qualcosa è cambiato ma le tensioni nell'esecutivo rimangono. Cattaneo: "Va votato"
Mes, il governo scricchiola, ma Tajani lo salva in corner: "Così non ci piace"
Indovinello facile facile: chi ha detto “finché sarò premier io il Mes non sarà approvato”? Ma certo, è proprio Giorgia Meloni. Stante questa affermazione incontrovertibile e scolpita nella pietra, come si può spiegare – allora – che dal ministero dell’Economia sia arrivato un sostanziale via libera al meccanismo europeo di stabilità e al suo impianto? Di più: come è possibile che sia arrivato da Via XX Settembre che è un dicastero a guida leghista? Grande è la confusione sotto i cieli diceva Mao Tse Tung.
Affaritaliani.it ha potuto sentire alcune voci vicinissime alla Lega che hanno spiegato esattamente qual è il tema. Prima di tutto, infatti, bisogna scindere tra il piano politico e quello economico. Dunque, partiamo dal secondo: il messaggio arrivato da Giancarlo Giorgetti è indirizzato ai mercati che iniziano a fibrillare dopo le ultime chiusure al Mes. Tradotto: non c’è nessun problema Italia, solo qualche normale turbolenza.
Il piano politico, invece, è più complicato. La Lega – dicono ad Affari – non cede di un centimetro sul meccanismo europeo di stabilità. Voterà convintamente “no” il prossimo 30 giugno quando arriverà in Aula la discussione. Sì, perché nel frattempo si è verificato un altro evento notevole: il centrodestra non ha partecipato ai lavori della Commissione Affari esteri di Montecitorio che ha adottato il testo del Pd sul Mes. Ora il testo andrà in Aula il 30 giugno. Il Movimento 5 stelle si è astenuto. "Il meccanismo di vigilanza del Mes è particolarmente vessatorio. In commissione ci asterremo e aspetteremo il dibattito in Aula per chiarire come e il perché della nostra posizione", aveva detto il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, intervenendo alla trasmissione "L'Aria che tira", su La7.
Non resta che capire, dunque, se prevarrà la ragione politica su quella economica. Certo, il tempo del redde rationem sta per arrivare: anche perché rimangono due incognite. La prima è che cosa pensa Fratelli d’Italia di questa tematica. Sul sito del primo partito delle ultime elezioni campeggia ancora una sottoscrizione contro il Mes. La parte più vicina a Giorgia Meloni si è sempre dimostrata contraria, mentre c’è una parte più moderata che non chiude del tutto.
La seconda incognita è Forza Italia. Si è sempre detta favorevole e, di conseguenza, voterà convintamente sì. Sicuri? Il plenipotenziario Antonio Tajani ha fatto una piccola ma significativa retromarcia: “In principio siamo favorevoli ma non siamo soddisfatti del regolamento” ha detto a Roma. Invece di tutt'altro avviso Alessandro Cattaneo, che ha dichiarato pochi minuti dopo: "Fatti i dovuti approfondimenti, sarebbe tempo di votarlo". Dunque il governo crolla? No, per due motivi: il primo è che si tratta di un tema su cui riferiscono fonti accreditate ad Affaritaliani.it non si è mai giocata la tenuta dell’esecutivo. “Sensibilità diverse”, ci dicono. Tradotto: non faremo cascare il governo per così poco. Il secondo motivo è che i conti si faranno in Aula. E lì potrebbe cambiare tutto.
La Meloni è furiosa, questo è chiaro. Ha già “convocato” Giorgetti per avere delucidazioni e mastica amaro. In un momento in cui la coesione del governo viene meno (si veda la figuraccia sul Dl Lavoro) la premier si trova costretta a serrare le fila. Questa, dopo nove mesi di luna di miele, è la prima vera occasione di tensione tra le anime dell’esecutivo. Sullo sfondo un Matteo Renzi che, con il discorso di commemorazione al Senato per Silvio Berlusconi sembra aver lanciato un'opa su Forza Italia e gli azzurri europeisti potrebbero iniziare, se dovessero essere messi all'angolo, un esodo verso Italia Viva. Ma il governo andrà avanti: scommettiamo che la premier riuscirà a trovare metodi di convincimento?