Economia
Mes, Giorgetti smonta le polemiche. Prime crepe nel rapporto con la Meloni
Il Ministero dell'Economia ha trasmesso alla Camera la valutazione chiesta dal presidente della Commissione Esteri (Tremonti) sulla ratifica del trattato Ue
Stallo Mes, la maggioranza rinvia la ratifica. Via XX Settembre avverte: "Nessun rischio per l'Italia"
Si apre una frattura tra Giorgia Meloni e il suo ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti? Siamo giunti allo showdown sul tema del Mes? Continua a tenere la discussione in merito al Meccanismo europeo di stabilità (European Stability Mechanism, ESM) istituito mediante un trattato intergovernativo, al di fuori del quadro giuridico della Ue, nel 2012. La sua funzione fondamentale è concedere, sotto precise condizioni, assistenza finanziaria ai paesi membri che - pur avendo un debito pubblico sostenibile - trovino temporanee difficoltà nel finanziarsi sul mercato. La riforma del meccanismo, tanto "temuta" da FdI e Lega, non mina la ristrutturazione del debito e non aumenta nemmeno il rischio percepito dai mercati sui nostri titoli di Stato. Anzi. Un bel destro alla Meloni, insomma.
Una eventuale attivazione del Mes, rispetto agli altri Stati membri azionisti, rappresenterebbe "direttamente una fonte di remunerazione del capitale versato" ed indirettamente "un probabile miglioramento delle condizioni di finanziamento sui mercati".
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A scriverlo oggi è il capo di gabinetto del Mef in un parere inviato alla Commissione Esteri della Camera, presieduta da Giulio Tremonti, che sta discutendo in questi giorni una proposta di legge presentata da Pd ed Iv sulla ratifica del trattato sul meccanismo europeo di stabilità. Nel documento di legge che riguardo ad eventuali effetti indiretti dell'attivazione del fondo salva stati "questi appaiono di difficile valutazione". Secondo il parere del Mef "potrebbero astrattamente presentarsi qualora le modifiche apportate con l'accordo rendessero il Mes piu' rischioso e quindi maggiormente probabile la riduzione del capitale versato o la richiesta di pagamento delle quote non versate di quello autorizzato".
Ma, specifica il testo, "non si rinvengono nell'accordo modifiche tali da far presumere un rischio legato a suddetta istituzione". In più l'Italia gioverebbe del via libera al Mes anche in termini di reputazione internazionale e rispetto alla valutazione delle agenzie di rating. "Relativamente agli effetti indiretti sulle grandezze di finanza pubblica derivanti dalla sola ratifica dell'Accordo, sulla base di riscontri avuti da analisti e operatori di mercato, è possibile che la riforma del Mes, nella misura in cui venga percepita come un segnale di rafforzamento della coesione europea, porti ad una migliore valutazione del merito di credito degli Stati membri aderenti, con un effetto più pronunciato per quelli a più elevato debito come l'Italia", si legge.