Nanni Moretti è tornato: ricomincia con i girotondi e la lagna

Nanni Moretti, i bei tempi di quando attaccava Vetroni e non Giorgia Meloni

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Nanni Moretti ricomincia con i girotondi

Nanni Moretti è tornato. Nanni moretti ha ricominciato la lagna. Nanni Moretti “chiama” i girotondi. «La violenza e la rozzezza con cui il governo ha fatto fuori la dirigenza del Centro Sperimentale di Cinematografia. Del resto, questa è la destra italiana, questo il suo ceto politico e giornalistico». Questo dice il nume di Monteverde Vecchio. E c’è un cambiamento rispetto al passato. Prima queste cose le diceva alla sinistra, ora non più, perché ha realizzato, sebbene tardamente, che la destra è al potere in Italia e quindi lui di sinistra se la deve prendere con loro, non con i soliti “amici”.

Ha capito che la frase “D’Alema dì qualcosa di sinistra” ormai ha fatto il suo tempo e non smuove più nessuno perché non è più tempo di baffetti di ferro. In effetti, gran parte del suo successo il bardo del Gianicolo lo deve proprio al suo “essere contro” la sua stessa parte politica. Come non ricordare le frasi dei suoi film: “Con questa classe politica non vinceremo mai!”. Ora ha cambiato obiettivo, i tempi cambiano, la destra è ora visibilmente al potere anche a Monteverde Vecchio.

I suoi barretti d’antan sono minacciati, insieme a Villa Sciarra, dove l’aedo va a passeggiare non salutando rigorosamente nessuno. È minacciato un intero stile di vita. Sono minacciati i villini rococò dove abitano i radical chic romani del jet set e dove abita anche Carlo Verdone.

Il Monteverdecchismo è uno stato di coscienza. Poco lontano c’ha abitato anche un Pierpaolo Pasolini sconosciuto e negletto che campava a supplì nella friggitoria di via Donna Olimpia che ancora esiste. Ma ora Nanni, dopo il fallimento del suo ultimo film, è arrabbiato. Gli anni passano, i copioni si ripetono stancamente raccontando storie che ormai non interessano più nessuno se non un piccolo popolo di utilizzatori di maglioni infeltriti dagli anni e dalle delusioni. Così Nanni attacca e appoggia la protesta degli studenti del CSC, contro l’emendamento del decreto Giubileo che permette di giubilare (è il caso di dirlo), i vertici del Centro Sperimentale di Cinematografia.

Si chiama spoils system e si attua in tutte le democrazie del mondo. Questo Nanni lo sa ma non lo vuole proprio accettare e neppure i violenti contestatori. Per lui l’egemonia gramsciana della sinistra sulla cultura non è mai finita. Dacia Maraini e Nuovi Argomenti si eccitano al vento di Cinecittà. Moretti fa il finto tonto.

Nanni Moretti, i bei tempi di quando attaccava Veltroni e non Giorgia Meloni

Questa volta però invece di andare come ha sempre fatto, secondo i dettami del perfetto radical – chic, contro la sua parte politica va “secondo natura”. Finalmente. Ci voleva forse un attacco diretto ai suoi interessi per riportarlo sulla retta via. Un intellettuale di sinistra deve andare contro la destra e non contro i suoi.

Presto –c’è da giurarci-arriveranno i soliti “girotondi” di ricconi monteverdini annoiati e danzeranno tutti intorno a Villa Sciarra, le mani al cielo, come in uno dei suoi film. E Nanni dopo andrà in un baretto nascosto tra le piante odorose a prendersi un cappuccino con una fetta di Sacher. Una lacrima gli scenderà sulla barba ormai bianca ricordando quando il suo avversario era Walter Veltroni e non Giorgia Meloni.

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