Politica

Meloni, scoppia il caso Giambruno. Attacco alla capigliatura e...

Di Giuseppe Vatinno

Quando Andrea Giambruno era di sinistra... L’anno scorso, subito dopo la vittoria del Cdx disse: “Non sono di sinistra: era una battuta”

Scoppia il caso Giambruno per Meloni

Il “caso Giambruno” monta. Il compagno di Giorgia Meloni è infatti da qualche tempo al centro di reiterate polemiche e critiche. Il giornalista di Mediaset -che conduce “Diario del giorno” (Rete 4) - ha fatto outing dopo anni di silenzi, se si fa eccezione di una intervista considerata un po’ imbarazzante di qualche anno fa e su cui torneremo in seguito.

Giambruno e la risposta a Karl Lauterbach. Il riferimento alla 'Foresta Nera"

Tutto è iniziato con l’attacco al ministro della sanità tedesco Karl Lauterbach che aveva criticato l’Italia per il troppo caldo invitando i turisti a non venirci più in vacanza. La risposta di Andrea Giambruno è stata tranchant: “Se non ti sta bene stai a casa tua, nella Foresta Nera, no?”. Una risposta ci poteva stare benissimo, perché il politico tedesco (socialista) è uscito chiaramente dai ranghi, forse proprio per colpa del caldo, ma il riferimento alla “Foresta Nera” è stato considerato eccessivamente ironico e passionale per il compagno della premier. Massimo Gramellini, sul Corriere della Sera l’ha scritto.

Giambruno e i cambiamenti climatici

E poi il giornalista si è cimentato in un campo particolarmente infido e cioè quello dei cambiamenti climatici che sono un argomento ancora assai dibattuto, visto che l’aumento di temperatura è innegabile con l’aumento dei gas emessi a causa dell’effetto serra. Si tratta di un fenomeno fisico accertato ma resta da capire quale sia la percentuale antropica e quale quella naturale. Lo stesso Capo dello Stato Mattarella era intervenuto qualche giorno prima sull’argomento. Una risposta come questa la potrebbe dare un giornalista dal cattivo carattere ma non il congiunto del Primo Ministro.

Oggi a Candida Morvillo, sul Corriere della Sera, dice: “la mia era una battuta escludo che un ministro possa risentirsi”. Ma allora -subito dopo- è partito il solito massacro social a cui ormai è potenzialmente sottoposto ogni personaggio pubblico.

Giambruno preso di mira per la capigliatura

Di mira è stata presa l’acconciatura del giornalista che è in effetti molto particolare, diciamo un ibrido tra il cotonato vaporoso e il bombato causata, pare, da un eccesso di gel sparato sulla chioma. In effetti potrebbe assomigliare a quella di Adriano Panatta dei tempi antichi. Oggi ha dichiarato che è un consiglio della madre. Presone atto, Giambruno si è poi ripresentato con un nuovo look con i capelli impomatati tutti tirati all’indietro, alla Rodolfo Valentino, che ha provocato una seconda ondata di ilarità incontrollata. Tuttavia, al di là della questione pettinatura, che è una nota di colore (bruno!), resta il fatto di come debbano comportarsi i partner e i familiari dei potenti.

Non si può ad esempio dimenticare l’attacco di Ilary Blasi, compagna di Francesco Totti, all’allora allenatore della Roma Luciano Spalletti che definì un “piccolo uomo”. Oppure, per restare sempre nell’ambito del calcio, c’è stata la sceneggiata di Wanda Nara per la privazione della fascia da capitano all’amato bene, l’interista Mauro Icardi. O ancora la moglie del cantante Edoardo Vianello che tirò una torta in faccia ad Antonella Clerici, come riporta Tvblog.

Alessandro Milan, di Radio24, segnala ad esempio, che la moglie di Enrico Letta smise di scrivere di politica sul Corriere della Sera quando lui divenne premier. Ed ora veniamo alla famosa intervista che Giambruno rilasciò nel 2016 a Luca Telese per La Verità e che ieri ha rilanciato Dagospia. In quella occasione il giornalista raccontava la sua storia e il suo riserbo, come compagno di una donna già famosa.

“Infanzia ribelle e famiglia modesta in un quartiere popolare di Milano, Baggio”. Si disse allora favorevole a “liberalizzare le droghe. Anche quelle pesanti” e sul matrimonio affermò di “non essere molto religioso” e poi potremmo parafrasare Lucio Dalla che in “Come è profondo il mare” cantò di “una storia di catene, bastonate e chirurgia sperimentale” in cui incappò l’adolescente milanese. Cioè sui trovò coinvolto in una rissa. Il “rischio del coltello” fece rinsavire quello che era allora un ragazzone spregiudicato e ribelle, tutto anelli e bracciali un po’ punk.

Mise la testa a posto e si laureò in Filosofia alla Cattolica.

E poi racconta l’inizio della sua carriera giornalistica con l’avventura umana e professionale con Paolo Del Debbio. E ancora l’incontro galeotto in sala trucco a Quinta Colonna con Giorgia Meloni. In quella intervista disse anche di “aver votato sempre PD e che il primo voto lo aveva dato all’Ulivo” e che “avrebbe dato un figlio in adozione ad una coppia omosessuale”. Insomma, roba non proprio in sintonia con una sovranista erede di Alleanza Nazionale. L’anno scorso, subito dopo la vittoria del centro – destra e della sua campagna disse in una intervista al Corriere della Sera: “Non sono di sinistra: era una battuta”. Anche in quel caso forse avrebbe fatto meglio a lasciare le cose come stavano. Un uomo di sinistra si mette con la leader della destra. Non c’è bisogno di fare ritocchini alla storia. Gli italiani sono un popolo duttile, avrebbero comunque capito ed anzi la particolarità avrebbe fatto trend.