Pd, Schlein vince la battaglia contro Bonaccini. Boccia e Braga i capigruppo
Passa la linea della neo segretaria: "Io voglio un partito che fa quello che dice", la frase che chiude la pratica e fa infuriare diverse correnti dei dem
Pd, Schlein sceglie i capigruppo da sola. Bonaccini a bocca asciutta
Elly Schlein ha vinto la prima sfida interna, quella contro il presidente Stefano Bonaccini che si era messo di traverso sulla scelta dei capigruppo generando già un primo scontro. La prova di forza la leader del Pd non ha nemmeno dovuto ingaggiarla, perché - si legge sul Corriere della Sera - non si è mai mossa dalla sua iniziale posizione sui capigruppo. Chiara Braga e Francesco Boccia, due nomi secchi e nessuna trattativa. "Io voglio un partito che fa quello che dice, come accade nelle normali democrazie occidentali, non un partito che poi disattende le promesse fatte perché in Parlamento non porta avanti le battaglie": con queste semplici parole la segretaria ha chiarito il motivo per cui ritiene che a guidare le pattuglie dem alla Camera e al Senato debbano essere due esponenti Pd di sua fiducia. Non è una sfida, spiegano i fedelissimi, ma una conseguenza del suo modo di intendere la politica.
Il prossimo dossier da affrontare - prosegue il Corriere - sarà quello della segreteria, mentre non c’è nessun governo ombra in vista. In questo organismo entreranno anche esponenti della minoranza. Sembra perciò scontato l’ingresso in segreteria di Davide Baruffi, braccio destro e sinistro del presidente del Pd Bonaccini, l’uomo che ha condotto le trattative interne con Boccia, e di Alessandro Alfieri. Per la maggioranza si fanno i nomi, tra gli altri, dei quarantenni Marco Furfaro, Michela Di Biase e Marco Sarracino. Morale della favola, oggi nessuno nei gruppi parlamentari cercherà lo scontro o invocherà la conta.