Premierato con "norma anti-ribaltone", respinto il blitz di La Russa (per ora)

Riforme, regge l'accordo sulle riforme e dal Cdm non ci sarà il principio “simul stabunt simul cadent”. Esclusivo

Di Alberto Maggi
Giorgia Meloni e Maria Alberti Casellati
Politica

Ma in Aula asse tra una fetta di FdI e Renzi per cambiare la norma. Muro di Lega e Forza Italia

 

Il Consiglio dei ministri di domani, venerdì 3 novembre, approverà il disegno di legge di riforma costituzionale che introduce il premierato con la "norma anti-ribaltone" e senza il principio “simul stabunt simul cadent” evocato ieri dal presidente del Senato Ignazio La Russa, che significa, in sostanza, che laddove dovesse cadere il premier eletto direttamente dai cittadini, con la riforma, si andrebbe immediatamente a nuove elezioni.

Secondo quanto Affaritaliani.it è in grado di rivelare, il testo che uscirà dal Cdm non conterrà cambiamenti e limature ma sarà quello emerso dal vertice di maggioranza di qualche giorno fa. La "norma anti-ribaltone" prevede che in caso di caduta del premier, prima di tornare alle elezioni, si cercherà un altro premier ma restando all'interno della maggioranza e del programma votato dai cittadini e senza la possibilità di esecutivi tecnici. "La Russa è una voce certamente autorevole, ma l'accordo è quello", spiegano autorevoli fonti di governo. Secondo le quali la "norma anti-ribaltone" serve a garantire una maggiore stabilità e a evitare il pericolo di dover tornare al voto troppo di frequente.

Inizialmente Giorgia Meloni era d'accordo con La Russa, che per anni ha seguito il tema delle riforme per Fratelli d'Italia, ma dopo le audizioni durate mesi della ministra Elisabetta Casellati anche e soprattutto con costituzionalisti è emerso il compromesso della "norma anti-ribaltone" e non il concetto “simul stabunt simul cadent”. Una posizione fortemente sostenuta dalla Lega e in particolare dal ministro Roberto Calderoli, esperto di riforme del Carroccio. Quindi, anche la premier, nell'ultimo vertice si è detta d'accordo con la formulazione emersa e così uscirà dal Consiglio dei ministri. Poi in Aula, e il provvedimento partirà dalla Camera entro fine novembre, si vedrà se ci saranno emendamenti.

Ad esempio Matteo Renzi vorrebbe il cosiddetto sindaco d'Italia ed è d'accordo con La Russa e una parte di Fratelli d'Italia. Ma Meloni vuole assolutamente portare a casa la riforma e, sentita la ministra Casellati e viste le perplessità di Lega e Forza Italia sul principio “simul stabunt simul cadent”, ha optato per la "norma anti-ribaltone". E così uscirà dal Cdm. Poi certamente qualcuno di Fratelli d'Italia legato a La Russa proverà a modificare la riforma, introducendo il “simul stabunt simul cadent”, ma la linea della maggioranza è quella nota. Con buona pace di La Russa.

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