Scandalo Qatar, Moretti: "La magistratura faccia il suo corso"
Scandalo Qatar, è bufera sull'Italia per le tangenti. Voci e indiscrezioni. L'intervista ad Alessandra Moretti, europarlamentare del Pd
Scandalo Qatar, Moretti: "La magistratura faccia il suo corso"
L’Europa intera grida allo scandalo. La notizia emersa ieri, venerdì 9 dicembre, sulle mazzette ricevute da Bruxelles dal Qatar ha dato origine a un vero e proprio terremoto. E come se non bastasse, il caso ha colpito direttamente anche l'Italia con l'inchiesta su Antonio Panzeri, ex eurodeputato coinvolto nella bufera.
Terremoto Bruxelles, Panzeri: la famiglia sapeva. Espulso da Articolo Uno
E, in mezzo a tanti nomi, qualcuno ha tirato fuori anche quello di un assistente parlamentare dell'eurodeputata Pd Alessandra Moretti. Ma l'assistente, che non risulta essere indagata, sarebbe coinvolta nell'inchiesta in quanto ex assistente di Panzeri (così come gli altri suoi ex colleghi). Dato il clamore della notizia è facile che il "fango" finisca un po' dovunque, anche se alcune voci raccontano addirittura di uffici sigillati e telefoni sequestrati.
Alessandra Moretti, che era stata a Doha nel 2020 per un convegno sui diritti delle donne aveva pubblicato un post su Facebook sul tema. “Qui in Qatar stanno facendo passi in avanti nella tutela dei diritti anche delle donne e dei lavoratori. Siamo infatti andati a visitare uno degli 8 stadi che stanno costruendo in vista dei Mondiali di calcio 2022 e abbiamo verificato le condizioni di vita di chi sta offrendo manodopera per la realizzazione degli impianti”, si leggeva nel post.
Ecco il post integrale.
Sentita da Affaritaliani, la Moretti smentisce che la sua assistente sia stata interrogata e racconta il suo rapporto con il Qatar.
Dottoressa Moretti, come commenta il post su Facebook che scrisse nel 2020 di ritorno da Doha che sta girando in rete?
“Si, sono stata a Doha per un convegno sul tema dei diritti delle donne in quanto membro della Commissione Femm. Poi abbiamo fatto visita a uno stadio in costruzione e parlato con i rappresentanti dei lavoratori. Infine l’incontro con l’ambasciatore italiano a Doha Prunas”.
Non c’erano segnali evidenti dei numerosi deceduti riportati dagli enti indipendenti?
“Si certo, eravamo lì proprio per verificare le condizioni di lavoro e la fine del sistema della Kafala. Io mi sono concentrata di più sui diritti delle donne”.
Si parla più di 6000 morti, i lettori si chiedono come sia possibile che i visitatori occidentali non si siano resi conto della situazione
“Noi questa cosa l’abbiamo sempre denunciata. Non trovo correlazione tra la partecipazione a un’iniziativa sui diritti delle donne con la tragedia dei lavoratori”.
Era scritto nel suo post che si era interessata anche di questo tema. Non è così?
“Sì, al tema dei diritti. Perché me ne occupo e quindi anche relativamente a quello della tutela dei lavoratori”.
Eva Kaili è stata arrestata, cosa ne pensa?
“Spero che la magistratura faccia il suo corso al più presto”.