Sicilia, rottura con Schifani. Miccichè: "Non conviene togliermi il potere"

Il senatore: "Sto subendo cose inaudite. Diffido il centrodestra da usare il simbolo di Fi in Regione, mi appartiene"

Politica

Sicilia, il centrodestra è già spaccato. Maggioranza a rischio

Dopo due mesi dall'elezione di Schifani come presidente della Sicilia, nel centrodestra è già rottura e la maggioranza in Giunta è in bilico. Gianfranco Miccichè - si legge sul Corriere della Sera - ha strappato con il governatore Schifani, colpevole di averlo ignorato nella scelta degli assessori e ha fondato un gruppo parlamentare con quattro fedelissimi deputati. Inoltre ha diffidato il centrodestra dall’usare il simbolo di FI. "Il coordinatore del partito e legale rappresentante in Sicilia, sono io. E' chiaro che sto subendo cose inaudite. Ma perché mi rompono così tanto i cosiddetti?". Il senatore, starebbe scontando la scelta di bloccare la candidatura di Musumeci a governatore. E di aver guidato, con la Ronzulli, quella fronda contro La Russa alle votazioni per il presidente del Senato.

"Con Berlusconi - prosegue Miccichè al Corriere - ci sentiamo tutti i giorni. Vediamo che ha detto a Schifani. Del resto lo sappiamo di che pasta è fatto, Schifani. Ce la ricordiamo la fuga d’amore con Alfano. Soprattutto, mi ricordo di quando venne a implorarmi di rientrare in FI, dopo che la Meloni gli aveva detto no, guarda: per uno come te, dentro FdI non c’è posto. Berlusconi è dispiaciuto per questa scissione. "Questi vogliono togliere potere a me. Ma gli conviene? Lo sanno che sono la persona di fiducia del Cavaliere?". Poi arriva la chiamata del leader di Forza Italia a lui e Schifani con il tentativo di mediazione.

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