Strage Bologna, De Angelis chiede scusa. Rocca: "Meloni non è felice"
Il capo della comunicazione della Regione Lazio e la presunta innocenza dei neofascisti. Imbarazzo a Palazzo Chigi
Strage di Bologna, De Angelis, chiedo scusa a tutti
"Negli ultimi giorni ho espresso delle riflessioni personali sul mio profilo social, che sono invece diventate oggetto di una polemica che ha coinvolto tutti.
Intendo scusarmi con quelli - e sono tanti, a partire dalle persone a me più vicine - a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabili". Così Marcello De Angelis, capo della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, in relazione alle polemiche nate dai suoi post su Facebook degli ultimi giorni.
"In merito alla più che quarantennale ricerca della verità sulla strage di Bologna, l’unica mia certezza è il dubbio. Dubbio alimentato negli anni dagli interventi autorevoli di alte cariche dello Stato come Francesco Cossiga e magistrati come il giudice Priore e da decine di giornalisti, avvocati e personalità di tutto rispetto che hanno persino animato comitati come 'E se fossero innocenti'. Purtroppo sono intervenuto su una vicenda che mi ha colpito personalmente, attraverso il tentativo, fallito, di indicare mio fratello, già morto, come esecutore della strage. Questo episodio mi ha certamente portato ad assumere un atteggiamento guardingo nei confronti del modo in cui sono state condotte le indagini"." Esprimo quindi dubbi, così come molti hanno espresso dubbi sulla sentenza definitiva contro Adriano Sofri senza per questo essere considerati dei depistatori o delle persone che volessero mancare di rispetto ai familiari del commissario Calabresi - aggiunge -. Per tutte le vittime della folle stagione dei cosiddetti anni di piombo e dei loro familiari ho il massimo rispetto, vieppiù per chi sia finito sacrificato innocentemente in eventi mostruosi come le stragi che hanno violentato il nostro popolo e insanguinato la nostra Patria massacrando indiscriminatamente".
"Nel ribadire il mio rispetto per la magistratura, composta da uomini e donne coraggiosi che si sono immolati per difendere lo Stato e i suoi cittadini, ritengo che tutti abbiano diritto ad una verità più completa possibile su molte vicende ancora non del tutto svelate - dice ancora De Angelis -. Ho appreso che l’attuale governo, completando un percorso avviato dai governi precedenti, ha desecretato gli atti riguardanti il tragico periodo nel quale si colloca la strage del 2 agosto 1980: mi auguro che l’attento esame dei documenti oggi a disposizione permetta di confermare, completare e arricchire le sentenze già emesse o anche fare luce su aspetti che, a detta di tutti, restano ancora oscuri". "Ribadisco le mie profonde scuse nei confronti di chi io possa aver anche solo turbato esprimendo le mie opinioni. Anche se rimane un mio diritto, prima di scrivere e parlare bisogna riflettere sulle conseguenze che il proprio agire può avere sugli altri. Viviamo per fortuna in una società civile in cui il rispetto degli altri deve essere tenuto in conto almeno quanto la rivendicazione dei propri diritti", conclude.
Strage Bologna, Rocca: "Meloni non è felice, oggi vedo De Angelis"
“Giorgia Meloni ovviamente non è felice per quanto accaduto e mi ha chiesto di approfondire e di chiarire con De Angelis. Per questo lo vedrò oggi stesso e sentirò le sue ragioni”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, a margine dell’inaugurazione del nuovo reparto di Emodinamica e della nuova terapia intensiva cardiologica dell’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina, riferendosi al caso di Marcello De Angelis. “Con la premier abbiamo avuto modo di sentirci ma velocemente”, ha aggiunto.
Strage Bologna, Meloni in difficoltà sul caso De Angelis. Gli scenari possibili e i silenzi assordanti
Il caso Marcello De Angelis è sul tavolo della premier Meloni, le frasi del capo della comunicazione della Regione Lazio sui reali mandanti ed esecutori della strage di Bologna hanno provocato imbarazzo e disagio nella maggioranza di governo, la destra sulla vicenda si è divisa. Per l'attentato alla stazione che il 2 agosto del 1980 provocò 85 morti e 200 feriti - si legge sul Corriere della Sera - sono stati condannati in via definitiva Francesca Mambro, Giusva Fioravanti e Luigi Ciavardini, eppure per il giornalista e politico, scelto dal governatore di destra Rocca, i tre terroristi neri "non c’entrano nulla con la strage". De Angelis, che ha un passato da estremista nero ed è il cognato di Ciavardini, lo ha rilanciato e rivendicato con forza e ha accusato le "massime autorità dello Stato" di aver mentito.
Un doppio attacco, al Quirinale e a Palazzo Madama. Celebrando a Bologna il 43° anniversario della strage, Sergio Mattarella aveva ricordato la "matrice neofascista" e Ignazio La Russa non si era distaccato dal verbo del presidente della Repubblica. Ma il siluro di De Angelis, che ha provocato rabbia e sdegno e ha innescato da sinistra il coro "dimissioni!", è anche una sfida alla premier.
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Per qualche ora tra Palazzo Chigi e Via della Scrofa - prosegue Il Corriere - ci si interroga sul da farsi. Lega e Forza Italia premono perché Rocca "scarichi" De Angelis e FdI prende informalmente distanza dall’uscita dello strettissimo collaboratore del presidente, sostenendo che non è iscritto al partito e "ha parlato a titolo personale". Il fatto che la stessa formula appaia nella nota del Governatore certifica indirettamente i contatti tra Palazzo Chigi e Rocca e anche l’ira della premier. Meloni non pretende il passo indietro di De Angelis, ma se lo aspetta. Le scuse non le bastano e però la premier non vuole che le dimissioni appaiano come la conseguenza del pressing di Schlein, Bersani e compagni e fa sapere, attraverso fonti parlamentari, che Chigi non se n’è occupato perché la questione "non è nazionale, ma locale".
La polemica è divampata inevitabile, ma in un paio di giorni l’ondata polemica era alle spalle. De Angelis ha fragorosamente riaperto il caso e ha evidenziato, forse maliziosamente, la linea di frattura che spacca la destra e imbarazza i meloniani. Prova ne sia la prontezza con cui Gianni Alemanno, l’ex sindaco di Roma pronto a fondare un movimento alternativo a Fratelli d’Italia, si è schierato con De Angelis.