Suicidi galera, lo Stato che c’entra? “Mondo alla rovescia”, accade di tutto

La gente non crede ormai più nella Giustizia

Di Giuseppe Vatinno
suicidio carcere
Politica

Diciamolo chiaramente che “in Italia conviene delinquere” come diceva qualche magistrato ora in pensione e magari abbiamo un quadro della situazione più chiaro se il crimine alla fine è un modo di guadagnarsi impunemente il pane

 

Premessa necessaria. I suicidi in carcere dispiacciono umanamente come qualsiasi atto di questo tipo.

Detto questo segue un’altra necessaria domanda: ma lo Stato che c’entra? Sembra quasi di rivivere la vicenda dei migranti: partono, sono disperati, sono quasi sempre migranti economici, affogano e la colpa è di nuovo dello Stato? E magari c’è il solito fricchettone che vuole evocare anche un senso di colpa individuale? E c’è sempre lo Storico che dice che la colpa è dell’Occidente?

Sembra veramente di stare nel “mondo alla rovescia” in cui i nessi logici sono stati non solo allentati ma proprio fatti svanire. Due donne si suicidano, una dopo l’altra, in carcere nel carcere di Torino. Subito dopo un altro detenuto sembra aver fatto la stessa fine in Calabria, a Rossano. E sono tre in 48 ore.

Immediatamente la sinistra strumentalizza. Marco Grimaldi, Verdi Sinistra:

«A poche ore dalla morte di Susan John, la donna di 42 anni che si è lasciata morire di fame, un'altra detenuta si è tolta la vita nella sezione femminile del carcere di Torino. È una donna italiana che era stata trasferita a fine luglio da Genova, al carcere di Torino. Si chiamava Azzurra Campari. Si è impiccata. È ormai da anni che diciamo che nessuna sezione del carcere può essere adeguata a persone che vivono una condizione di sofferenza psicologica e psichiatrica, che è vitale lavorare sulle pene alternative per decongestionare le strutture detentive e prendersi cura davvero di tutti i casi delicati, a cominciare dai detenuti più giovani».
E poi ancora:

«Mesi fa abbiamo chiesto al Ministro Nordio, con un'interrogazione, di ripristinare l'ampliamento dei colloqui telefonici dei detenuti con i propri cari deciso in fase pandemica, anche per ridurre il rischio suicidario. In tutta risposta il Ministro rimanda alle decisioni delle Direzioni carcerarie. Analogamente, sull'impressionante frequenza dei suicidi, la nota di Nordio rinvia all'impegno del DAP, al lavoro interdisciplinare con le ASL regionali per la prevenzione e, in generale, alle varie articolazioni regionali».

Ripetiamo, questi fatti sono eventi molto tristi ma non si capisce perché la “colpa” debba ricadere sullo Stato. Anzi, uno Stato forte dovrebbe, affermare l’ovvio e cioè che non è colpa sua se la gente decide di farla finita. Invece il ministro Nordio corre a scusarsi a destra e a manca e a invocare la prescrizione, cioè il principale motivo di ingiustizia che subiscono gli italiani onesti vittime di truffe, raggiri e delitti.

Altrimenti diciamolo chiaramente che “in Italia conviene delinquere” come diceva qualche magistrato ora in pensione e magari abbiamo un quadro della situazione più chiaro se il crimine alla fine è un modo di guadagnarsi impunemente il pane. Però non prendiamoci in giro. Perché di onesti in Italia ce ne sono ancora. E sono proprio stufi. Perché poi non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca e lamentarsi perché la gente non crede più nelle istituzioni e specificatamente nella Giustizia. Se ogni giorno assistiamo a stranezze come la PM che ha lodato il fisicaccio dell’assassino la gente non capisce più quello che sta succedendo e si comporta quindi di conseguenza.

Come la gente non capisce come si possa eseguire, con destrezza (è il caso di dirlo) la “palpata breve” –sotto i 10 secondi- sul deretano di una ragazza, senza che sia punibile. Come non capisce perché un amministratore infedele -accusato di appropriazione indebita- possa poi essere prescritto perché in Tribunale non è mai arrivato il fascicolo, come è successo a Roma. Come non capisce perché gli si possa occupare la casa impunemente se uno si assenta. In un mondo normale la Polizia dovrebbe sgombrare a manganellate in pochi minuti. Invece il legittimo proprietario è cornuto e mazziato. E se c’è un occupante di categoria protetta la casa rischia di non vederla mai più.

Come non si capisce perché uno debba essere derubato in metro dalle “solite note” e la Polizia non intervenga e perché ci siano forze politiche che difendono le borseggiatrici, come fa il Pd. C’aveva proprio ragione lo scrittore G.K. Chesterton: G.K. Chesterton: “Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”.

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