Tajani e la bordata a Meloni: "La tassa sulle banche andava concordata prima"

Il vicepremier durissimo: "Non ne sapevamo nulla. Bisogna tutelare i piccoli istituti di credito, il metodo per decidere le cose va cambiato"

di redazione politica
Meloni e Tajani
Politica

Tajani su Renzi in Forza Italia: "No grazie, a noi servono soldati non chi si sente generale"

La tassa sugli extraprofitti alle banche ha creato una frattura nella maggioranza. La legge non è piaciuta a Forza Italia, soprattutto perché colpisce anche un asset strategico di Fininvest e quindi della famiglia Berlusconi come Mediolanum. Ad alzare la voce con la premier Meloni è il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Quella norma andava concordata prima, ora servono modifiche. Bisogna tutelare - spiega Tajani al Corriere della Sera - le piccole banche escludendole dalla tassa, perché sono le banche del territorio, le più vicine ai risparmiatori e perché, per come è oggi la norma, finirebbero per pagare in proporzione più dei colossi bancari stranieri", è la prima richiesta. Poi bisogna pensare a un sistema di "deducibilità". E infine è necessario un "preventivo incontro e confronto con i rappresentanti delle banche e assicurare che si tratterà di un intervento una tantum", visto che già Renzi aveva applicato un prelievo del 3,5%.

Una risposta molto secca, in sostanza, alle rimostranze degli azzurri, che anche con Antonio Tajani si erano irritati: "Non ne sapevamo nulla, certe cose vanno concordate. E il provvedimento va modificato". Il chiarimento fra la premier e il vicepremier è arrivato, si sono sentiti più di una volta nelle ultime ore, i rapporti restano corretti, ma il segretario di FI non fa marcia indietro: "Capisco - prosegue Tajani al Corriere - quello che dice Giorgia, ma resto della mia idea", dice con calma ma anche con fermezza.

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Nella sostanza, resta la richiesta di un maggior coinvolgimento e di un metodo che veda condivisione quando si operano scelte di questa portata, ma soprattutto resta la volontà di presentare corpose modifiche al provvedimento sugli extraprofitti delle banche, a settembre quando approderà in Parlamento. L’obiettivo insomma è tenere alta la bandiera dei valori liberali e popolari del partito: "E non chiediamo affatto che sia abbassata al 3% la soglia di accesso alle Europee, non ci interessa". Ci sarà magari un cartello con altre forze centriste? "Vedremo se potrà esserci qualche intesa, ma noi andremo col nostro simbolo". E Renzi? "No grazie, a noi servono soldati, non chi si sente generale".

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