Ultima generazione: chi difende gli imbrattatori? La sinistra radicalchic

Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha protestato pubblicamente poco dopo e per la prima volta qualcosa si è mosso

Di Giuseppe Vatinno
Il Senato imbrattato da Ultima Generazione
Politica

Ultima generazione: chi difende gli imbrattatori? La sinistra radical – chic si schiera con loro

Da bravi borghesi hanno aspettato che finissero le vacanze festeggiando a tortini, sciampagna e panettone il primo gennaio e poi il due si sono presentati di buon’ora davanti a Palazzo Madama muniti di spray alla vernice rosa ed hanno imbrattato la sede del Senato, peraltro sotto gli occhi attoniti dei carabinieri che non sono prontamente intervenuti ma sono rimasti a guardare per un po’.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha protestato pubblicamente poco dopo e per la prima volta qualcosa si è mosso, dopo mesi e mesi di malsana tolleranza. Tre attivisti sono stati arrestati e due denunciati, ma il giorno dopo erano già liberi.

I tre aderenti a Ultima Generazione sono Davide Nensi, Alessandro Sulis e Laura Paracini. Processati per direttissima per il reato di danneggiamento, il processo si terrà a maggio. Il Pm Mario Pesci ha dichiarato: "Va precluso ogni ulteriore tentativo di aggredire quella istituzione. Chiediamo l’applicazione dell’obbligo di dimora nei loro comuni di provenienza". 

Il giudice ha convalidato gli arresti disponendo la scarcerazione. I tre erano già stati denunciati precedentemente per avere bloccato il Raccordo Anulare. Laura Paracini, romana, che era già presente al blitz contro il quadro di Van Gogh pare abbia ammesso i fatti contestati mentre il Senato si costituirà parte civile al processo.

A parte che ora –essendo stati scarcerati- gli attivisti possono provvedere tranquillamente a reiterare il reato c’è da segnalare un cambiamento rispetto al passato. Pare che questa volta le istituzioni abbiano reagito e ci si chiede perché invece in passato queste misure più robuste non siano mai state prese.

Infatti il messaggio che sta passando in queste ore sui social è che se imbratti il Senato hai delle conseguenze mentre se blocchi sul Raccordo dei poveri cristi che vanno a lavorare no. Messaggio pericoloso che sta montando il solito populismo anti istituzionale perché il ragionamento è che la "Casta" reagisce solo se l’attacchi direttamente negli altri casi invece no. Ci sono poi da registrare le incredibili reazioni di chi dà la corda agli imbrattatori nel patetico tentativo di ritagliarsi una piccola nicchia elettorale o mediatica su cui lucrare qualche voto o qualche copia in più.

Il più lesto di tutti è stato Matteo Orfini che ha dichiarato: "Si arriva a certi livelli di provocazione proprio perché a monte è mancato l'ascolto. "Neanche fossero terroristi...Come credo sia esagerato l'arresto, fortunatamente durato solo poche ore. Ma va ricordato che è frutto dei decreti sicurezza voluti da Salvini, una misura che crea delle distorsioni esagerate: se picchi una persona per strada non vieni arrestato in flagranza, ma se imbratti con della vernice lavabile l'edificio del Senato allora sì. Mi sembra assurdo". 

E poi ha rincarato la dose: "Parliamo sempre di un atto non violento, a questo punto penso che delle lacune ci siano. Piantedosi farebbe bene ad occuparsi di protocolli di sicurezza anziché andare a caccia di Ong". Quindi per Orfini si tratterebbe di un “atto non violento”. Chissà se rimarrebbe della stessa opinione se gli imbrattassero con la   vernice il portone di casa sua.

Poi, non contento, ha ceduto al solito  “predappismo benaltrista” attaccando il presidente del Senato: "La Russa fa fatica ad entrare nel ruolo che dovrebbe ricoprire. Ci sono manifestazioni, da Predappio in giù, a cui il presidente del Senato strizza spesso l'occhio e che francamente mi sembrano molto più pericolose per la democrazia". 

Lesta a carpire l’occasione anche tal Michela Cicculli che rappresenta Sinistra Civica ed Ecologista al Comune di Roma che se la prende con la Meloni e La Russa perché hanno osato stigmatizzare l’accaduto. Ma c’è anche chi non è uno sconosciuto, come Patrizia L’Abbate addirittura vicepresidente della commissione Ambiente della Camera che dichiara: "Il gesto di questi ragazzi che hanno lanciato vernice sulla facciata del Senato non è giusto, ma non li state ascoltando! Dobbiamo ascoltarli!".

Speriamo, anche in questo caso, che qualcuno le imbratti anche a lei la facciata di casa. Spettacolo indegno che viene dalla sinistra radical – chic in cerca di visibilità. Ma anche i giornali non hanno perso l’occasione. Marco Travaglio scrive oggi su Il Fatto: “Fermo restando che questi atti dimostrativi di Ultima Generazione sono, a nostro avviso, sacrosante (sic!) nel merito ma controproducenti nel metodo…” e poi se la prende con il Tg1 che non avrebbe dato la notizia.

Similmente La Notizia titola: “Lanci di vernice contro il Senato. Tutti indignati, ma lo scandalo è un altro: pochi governi al mondo sono ostili all’ambiente come il nostro”. Chissà se il direttore Gaetano Pedullà, ora paladino della sinistra, si ricorda quando era il direttore del destrissimo Il Tempo o quando usciva il libro di Gianni Alemanno “Verità capitale”, con la sua presentazione in copertina.

Se conosciamo bene i meccanismi dell’Italia Soumahoro rischia la leadership della sinistra radical – chic che ha fiutato in Ultima Generazione una gustosa avventura tartinata e ci si sta gettando a pesce. Le cronache riferiscono di un Diego Bianchi in arte Zoro eccitato come una salamandra all’equatore che sta sconvolgendo i palinsesti di Propaganda Live mentre l’amico Marco Damilano già ieri sera ha cominciato a battere i pezzi su Rai Tre dando spazio alla difesa di UG da parte di Luigi Manconi mentre lui, furbamente, ha cautamente dimostrato una certa cautela istituzionale tirando il sasso e nascondendo la mano.

 

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