Un assist a Meloni e Fitto con l'Ue. Pnrr, la verità sui dubbi leghisti
Il dietro le quinte della partita Roma-Bruxelles
Pnrr, la Lega tira dritto
Un favore alla Lega. Un favore al governo. Fonti qualificate del Carroccio spiegano così la "tempesta in un bicchier d'acqua" scatenata dalle parole di lunedì scorso del capogruppo leghista alla Camera Riccardo Molinari ad Affaritaliani.it. Tempesta in un bicchier d'acqua perché tanto la Lega quanto Fratelli d'Italia sono sempre stati molto critici sulla parte a debito dei fondi ottenuti da Giuseppe Conte, quando era premier, dall'Europa. E basta andare a leggere le dichiarazioni, anche di Giorgia Meloni, quando era all'opposizione.
Il concetto è semplice: nel Pnrr non ci sono solo le grandi opere ma una miriade di interventi che, "se fossero resi noti tutti - alcuni quasi ridicoli - la gente avrebbe più di un dubbio", spiega un parlamentare della Lega. Indebitarsi ha senso se i soldi vengono spesi bene, altrimenti è meglio non farlo. Nel Carroccio il mantra è sempre lo stesso e, dicono, che da lunedì Molinari sia subbissato di messaggi e telefonate anche di imprenditori che gli fanno i complimenti per aver detto finalmente la verità.
Poi ovviamente il mainstream mediatico dei giornaloni e delle opposizioni (tutte) si sono scatenate denunciando il caos nel governo, come se indebitarsi per forza con l'Europa debba essere un dogma intoccabile. Ma alla Lega la coerenza fa bene, come d'altronde dimostra l'ascesa di Fratelli d'Italia fino alle Politiche frutto proprio della coerenza di Meloni che non è entrata nel governissimo Draghi, e quindi avanti su questa strada, soprattutto dopo il boom del 19% in Friuli Venezia Giulia, primo partito, e la risalita in tutti i sondaggi.
In realtà, però, spiegano da Fratelli d'Italia, la posizione della Lega fa un favore anche alla presidente del Consiglio e al ministro Raffaele Fitto. Nelle trattative difficili con l'Europa e la Commissione in particolare far emergere che c'è una forza politica della maggioranza che ipotizza di non usufruire di tutti i fondi a debito del Pnrr aiuta la premier e Fitto a convincere Bruxelles a ricontrattare, rivedere, rimodulare i piani del Pnrr. In sostanza quello del Carroccio è un segnale non tanto a Meloni quando alla stessa Ue.
E infatti, spiegano le stesse fonti, il commissario Paolo Gentiloni (Pd) si è detto aperto a modifiche e cambiamenti mostrando una posizione estremamente aperta al dialogo. In sostanza, nessuno nega che ci siano due visioni nel governo, ma il Carroccio non farà alcun passo indietro: primo per la coerenza che paga e secondo perché, d'accordo con i big di FdI, questa posizione funge da pungolo in Europa per aprire ulteriormente alle richieste dell'Italia. L'obiettivo è razionalizzare i progetti del Pnrr, rifare il punto della situazione e concentrarsi su meno opere ma realizzabili. Proprio per non fare quello che diceva lunedì Molinari ad Affaritaliani.it ovvero spendere per spendere, cosa che non avrebbe alcun senso.