Zavalloni, il benzinaio della Meloni: tra un pieno e l'altro botte al governo

L’evoluzione culturale della gilda dei benzinai

Di Giuseppe Vatinno
Alessandro Zavalloni
Politica

La guerra dei prezzi si sposta dove abita la premier, a Mostacciano

Doverosa premessa per il lettore non romano. Il quartiere dove abita la premier Giorgia Meloni è Mostacciano – Eur e si trova nel quadrante Sud della Capitale, proprio a poca distanza dalla sede dell’Eni che si affaccia sul celebre laghetto con la passeggiata giapponese e i ciliegi.

Nella stessa zona abita Francesco Rutelli e ha abitato Fabio Capello, proprio nell’anno dello scudetto della Roma. Fino a poco tempo fa ci abitava pure Francesco Totti ma ci abita ancora la moglie Ilary Blasi. L’Eur è un quartiere molto verde, poco distante dal mare, abbastanza vippato.

LEGGI ANCHE: Carburanti: prezzi medi ancora in salita. La guida di Affari per risparmiare

Fu voluto direttamente da Benito Mussolini per l’Esposizione Universale del 1942 che poi non si fece a causa della guerra. La sua architettura razionalista, dovuta principalmente a Marcello Piacentini, risalta come un unicum nell’urbanistica della città. Detto questo, l’altro giorno, alla trasmissione “L’aria che tira” (La 7) è stato di nuovo intervistato quello che ormai è divenuto noto come il “benzinaio della Meloni”.

Si tratta del distributore Agip Eni sito in Via Don Pasquino Borghi angolo via Domenico Jachino, proprio nel centro di Mostacciano, vicino anche al “giornalaio della Meloni” e al “Bar della Meloni”.

Guarda l'intervento del “benzinaio della Meloni”

A pochi metri un ristorante cinese molto frequentato. E qui che la famiglia Meloni va a fare benzina. Il gestore è il signor Alessandro Zavalloni che –casualmente- è anche il Segretario nazionale della “federazione gestioni impianti carburanti e affini” e questo comporta una curiosa contrapposizione istituzionale tra le due figure.

Già lo scorso anno Zavalloni era stato intervistato proprio sul tema del costo del carburante ed era sembrato assai scontento. Quest’anno non ha potuto che ribadire quanto affermato con una novità:

"Abbiamo il massimo rispetto per le norme anche se le giudichiamo sbagliate. Abbiamo un po' meno rispetto di chi agita una categoria. I dibattiti accesi di questi giorni lasciano spazio alle tifoserie becere, la gente molto spesso non ha compreso minimamente queste discussioni".

La novità consiste nel fatto che quest’anno –come noto- le pompe di benzina sono tenute a mostrare un cartellone con i prezzi medi. Il signor Zavalloni quindi non è solo un normale benzinaio. Nell’intervista ribadisce il suo dissenso da quanto ha fatto il governo ed anzi lo attacca ritenendo le norme sbagliate. Il conduttore in studio, Francesco Magnani, è sbiancato ed ha cercato di interrompere le lamentele anti – governative dello Zavalloni.

Ha quindi posto una domanda precisa e cioè se in queste prime 24 ore ci sono stati clienti del suo distributore che una volta visto il prezzo medio praticato se ne sono an dati via. Insomma la classica domanda all’oste se il suo vino è buono.

Ma Zavalloni ha svicolato di nuovo ed ha parlato di “tifoserie becere” per delineare il quadro del dibattito sull’argomento che in questi giorni di esodo sta infiammando gli animi. “La Roma si ama non si discute”, se ne è uscito misteriosamente ad un certo punto il gestore lasciando interdetti pubblico e il conduttore. Che sia un amico di Mourinho, hanno azzardato i telespettatori e i laziali in ascolto?

Insomma una affermazione tipo cavoli a merenda. Ha poi continuato il signor Zavalloni, dicendo che i clienti gli hanno chiesto come mai non avesse il carburante a 2,5 euro ma nessuno gli ha chiesto del cavallo di battaglia del governo, cioè della Meloni, il “cartello medio” che “non interessa ai consumatori, non è una misura utile ed anzi è persino controproducente”.

La conclusione è ancora più misteriosa: “Il cartello medio è un prezzo di riferimento dice l’antitrust e non un sindacalista ad un benzinaio trinariciuto come me”.

L’utilizzo del dotto termine “trinariciuto”, cioè “con tre narici”, coniato dallo scrittore Guareschi per indicare gli iscritti al partito comunista che si bevevano tutto quello che gli si diceva, ci dà il segno di quanto si sia evoluta la gilda dei benzinai rispetto ai film realisti degli anni ’50.

Intanto, sullo sfondo del collegamento ricompariva l’inquietante sagoma di Davide Tabarelli, ex Energy-star che almeno ha avuto il merito di scacciare Covid –star del calibro di Bassetti e Burioni dal video e per questo gli italiani gli sono grati.

Ma Zavalloni non si scompone dell’apparizione e continua a pestare contro il governo dicendo che così “il prezzo medio aumenterà giorno dopo giorno”. Getta –è proprio il caso di dirlo- benzina sul fuoco.

Improvvisamente anche Tabarelli svanisce e compare il mitico Rosario Trefiletti che non è un macellaio ma un paladino dei consumatori che cerca di soffiare la parola al benzinaio che incazzatissimo nel frattempo è divenuto tutto rosso e lancia nell’aria proiettili salivari che in tempo di Covid avrebbero meritato l’arresto in flagranza.

A parte il divertimento estivo per il quadretto resta il sospetto che il prezzo medio disincentivi i benzinai furbacchioni e non il contrario e che quindi la misura della Meloni sia giusta.

Però un consiglio a Giorgia ci sentiamo di darglielo.

A Via della Grande Muraglia, a pochi centinaia di metri sulla destra, c’è un'altra pompa. È meglio che vada lì a fare rifornimento perché lo Zavalloni sta abbastanza “incarburato” e magari gli mette l’acqua al posto della benzina.

Tags:
benzinacarburantimeloni