Il caso Acea: Riccardo Marcelli, Uiltec: “Torniamo a parlare di lavoro”

Il segretario generale di Uiltec sulla vicenda Palermo-Acea: “Ci interessa la verità ma soprattutto le prospettive per i lavoratori”

di Claudio Roma
Roma

In questi giorni Acea è al centro dell’attenzione pubblica e politica per il caso dell'Ad Fabrizio Palermo. Affaritaliani.it ha posto una serie di domande a Riccardo Marcelli, segretario generale UilTec, per conoscere il punto di vista del sindacato e dei lavoratori.

 

 

“Abbiamo appreso ieri la volontà da parte del CdA di dare mandato all’Ethic Officer di svolgere approfondimenti su quanto accaduto. Non entriamo nel merito della vicenda e delle denunce ma il nostro auspicio è che si faccia chiarezza al più presto. Questa vicenda sta pesando in ogni caso sui lavoratori e sul futuro dell’azienda. Noi vorremmo tornare a parlare di relazioni industriali e di appalti. Tornare a parlare di lavoro e di mansioni, non correre dietro a fazioni pro e contro l’uno e l’altro. Ci interessa conoscere la verità, certo, ma in funzione dei lavoratori e della qualità del lavoro e delle prospettive. Che sarebbero tante”.

Si riferisce a qualcosa in particolare?

“Il gruppo Acea è la prima stazione appaltante del centro sud per quanto riguarda settori di primaria importanza come energia elettrica, acqua e adesso anche ambiente e rifiuti. È fondamentale che ci sia trasparenza e sicurezza anche in tema di appalti. Chi si aggiudica un lavoro per conto di Acea deve sapere che c’è la massima attenzione sul tema. Per questo chiediamo all’azienda di sottoscrivere al più presto un protocollo sugli appalti con i sindacati, così come è stato fatto con la Regione Lazio. Questo rappresenterebbe una garanzia per i lavoratori ma anche per la stessa azienda. E poi pensiamo si debbano affrontare le questioni delle modalità e turni di lavoro all’interno dell’azienda che al momento sembra non tener conto delle trasformazioni e dei cambiamenti post pandemia”.

Cosa intende nello specifico?“

Penso al tema dello Smart working che necessita anch’esso di un accordo, così come è avvenuto in tante altre realtà aziendali. Ma penso anche alla questione del decentramento di attività e risorse da parte dell’azienda capogruppo verso le società operative e quindi all’opportunità di rivedere l’intera organizzazione e reinternalizzare alcune attività”.

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