Politica
Regionali Lombardia-Lazio: test interno per il Cdx. Meloni rischia perché..
Ragionali 2023, test dentro la maggioranza. E Giorgia Meloni è quella che potrebbe rischiare di più: ecco perché
Regionali 2023, dalla Lombardia (Fontana) al Lazio (Rocca): il test nel centrodestra
Le regionali del 12 e del 13 febbraio, secondo il sentiment generale, non dovrebbero rappresentare un problema per la vittoria del centrodestra, infatti sia Fontana (Lombardia) che Rocca (Lazio) sono in testa e i contendenti Majorino e D’Amato sono ben distanziati e questo grazie all’effetto “onda lunga” della vittoria del settembre 2022.
Quindi, più che altro, questo impegno elettorale pare essere un test interno per la maggioranza. Passati i fatidici 100 giorni si è delineata una traiettoria iniziale di quello che sarà l’agire politico nella legislatura. Ciò che si è fin qui visto da parte di Giorgia Meloni è stata una finanziaria abbastanza timida, incentrata sulla mitigazione dei costi energetici e una posizione netta e decisa sulla giustizia, con il grande successo d’immagine per l’arresto di Matteo Messina Denaro, la linea dura su Cospito, la difesa dell’ergastolo ostativo e del 41-bis, anche in contrasto con l’alleato Berlusconi.
Invece, sul fronte estero, l’azione è stata più incisiva ed improntata su un meritorio tentativo di rafforzare l’immagine dell’Italia, accreditandosi con Bruxelles ed ingaggiando però una prova di forza con Parigi, azioni tutte giocate sulla scacchiera ucraina. L’“anomalia” del governo di centro-destra è chiaramente quella di aver al suo interno una leader atlantista ed europeista con un alleato, Salvini, sovranista e filo - russo e l’altro, Berlusconi, amico personale di Putin.
In realtà anche la Meloni è sovranista e fino a poco tempo, prima della conquista del potere, vicina come i suoi alleati alla Russia.
Ma, come noto, in Italia non si governa se non si piace a Washington e Bruxelles ed il resto è conseguente.
Regionali 2023, dalle voci di rimpasto di governo ai rischi per Giorgia Meloni
Detto questo, le regionali prossime venture serviranno a regolare i rapporti interne della maggioranza con qualche ipotesi di rimpasto nel caso di variazioni dei rapporti di forza interni. Qualche voce dice che a rischiare potrebbero essere il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin (in quota Forza Italia) e quello della Sanità Schillaci, un tecnico, a cui qualcuno rimprovera però di essere stato un consigliere nominato da Roberto Speranza. Ma la partita non si gioca sui nomi bensì sui ruoli, nel senso detto e cioè se ci saranno significative modifiche nei rapporti di forza rispetto a sei mesi fa qualcosa potrebbe cambiare, altrimenti no. In questa competizione interna quella che rischia di più è però la Meloni a cui gli elettori potrebbero imputare la discrepanza tra ciò che diceva prima sull’Europa e ciò che fa adesso, ma –nel contempo- proprio la sua fedeltà atlantica è garanzia per il suo governo che altrimenti rischierebbe i fulmini dell’UE sul PNRR che per l’Italia è fondamentale e avrebbe noie con gli americani e la NATO.