Roma, per la corsa ad Expo 2030 Gualtieri tenta la carta della Francia
L'ultima spiaggia per tentare di battere la concorrente che sembra aver già vinto e cioè Riad: si punta di diritti umani e rispetto delle donne
Roma tenta di convicere la Francia a votare per l'Italia nella volata a Expo 2030. L'ultima spiaggia per tentare di battere la concorrente che sembra aver già vinto e cioè Riad. La Fondazione Roma Expo 2030, con il suo Direttore Generale Lamberto Mancini, ha partecipato al forum scientifico "People and Territories" per testimoniare con la propria presenza il sostegno da parte di tutto il tessuto imprenditoriale laziale.
Tutto questo nel segno dell’inclusione, dell’innovazione e della rigenerazione sostenibile, in occasione dell’ultima tappa per le città candidate ad ospitare l’Expo nel 2030 (Roma, Riyad e Busan), prima del voto decisivo del prossimo 28 novembre.
Capacità organizzativa
"Ancora una volta, Roma e l’Italia mostrano al mondo la propria capacità organizzativa, la serietà sui contenuti e la passione con cui sanno creare emozioni profonde. In questo momento in cui il pianeta sembra sbandare, Roma è il luogo giusto per ospitare Expo 2030: radici nell’eternità, inclusione nel dna, rispetto dei diritti, aperta al dialogo - si legge in una nota di Unindustria - Un grazie speciale al nostro Comitato Promotore per l’eccellente lavoro. Le imprese ci sono, consapevoli della opportunità, e stanno supportando questo percorso con grande determinazione”.
L'importanza della Francia
Per aumentare le sue possibilità, il comitato promotore capitanato dall'ambasciatore Giampiero Massolo ha avuto due armi da utilizzare: il pacato carisma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il fascino artistico di un ballerino di fama internazionale come Roberto Bolle. Della serie Ultimo tango a Parigi: il peso francese è di quelli che valgono molto e la contrapposizione con l'arabia saudita specialmente in tema di diritti umanitari e del rispetto della donna hanno un forte impatto nella mentalità francese.
Poca convinzione: a rischio il progetto di Gualtieri
Ma attorno ad Expo, specialmente dal fronte Governo, sembra esserci molta freddezza: l'unico che si muove è solo Gualtieri anche perché sa bene che, se dovesse sfuggire l'opportunità Expo, un quarto dei suoi progetti come sindaco sarebbe affondato: resterebbero solo il termovalorizzatore (che non inaugurerà lui e soprattutto non arriverà per il Giubileo), lo stadio della Roma (che è ancora è in bilico) e il Giubileo. Dei 4 macro colpi su cui ha basato il suo mandato uno è praticamente perso, uno è in forse, un altro è in attesa del giudizio dei ricorsi e uno è certo ma non è certa la riuscita: i cantieri giubilari sono in ritardo e si rischia di arrivare all'Anno Santo con i lavori ancora in corso.