E' morto Gianluca Vialli, ex bomber di Samp, Juventus, Chelsea e Azzurri

Aveva solo 58 anni e da tempo combatteva con un tumore al pancreas. Dagli esordi a Cremona all'abbraccio con Mancini, una vita straordinaria: FOTO E VIDEO

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Con Vialli capitano, nel 1996 la Juventus ha vinto la sua ultima Champions League


Si è spento oggi a Londra Gianluca Vialli. L'ex calciatore di Cremonese, Sampdoria, Juventus, Chelsea e nazionale azzurra aveva 58 anni. Dal 2017 combatteva contro un tumore al pancreas. Il mondo del calcio piange uno dei più forti attaccanti nella storia italiana, ma anche un uomo intelligente, impegnato nel sociale ed apprezzato anche commentatore sportivo.

 


Gianluca Vialli nella Cremonese: dalla C1 alla A

Nato a Cremona il 9 luglio 1964, Vialli ha mosso i primi passi nel calcio nell'Oratorio Cristo Re e poi nel Pizzighettone, prima di entrare a far parte della squadra della città. In maglia grigiorossa ha percorso la trafila dalla Serie C1 alla promozione in Serie A, un obiettivo che il club attendeva da ben 54 anni. In questo ciclo, il tecnico Emiliano Mondonico lo utilizza come ala tornante, ma ben presto il suo fiuto per il gol lo trasforma in centravanti puro.

Gianluca Vialli nella Samp: lo storico scudetto e il sogno Champions sfiorato

Nell'estate del 1984 si trasferisce alla Sampdoria e, per ironia della sorte, esordisce in Serie A proprio contro la “sua” Cremonese. Negli otto in blucerchiato, diventa una sorta di “fratello di sangue” di Roberto Mancini, in una squadra che assomiglia più a una famiglia, anche grazie alla sapiente gestione del tecnico Vujiadin Boskov e del presidente Paolo Mantovani. Oltre a quattro Coppe Italia e a una Supercoppa italiana, la Samp nel 1991 vince il primo e unico scudetto della sua storia, con un'impresa veramente storica. L'anno seguente debutta in Champions League e arriva fino alla finale di Wembley, dove però viene sconfitta dal Barcellona, grazie a una bomba su punizione di Ronald Koeman. Amareggiato per le occasioni sprecate durante la partita decisiva, Vialli dice addio a Genova dopo ben 321 presenze e 85 gol.

Vialli contro il Lecce, nella partita che consegna alla Samp lo storico scudetto '91
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Gianluca Vialli nella Juventus: il ritorno al tricolore e l'ultima Champions bianconera

Nell'estate del 1992 passa alla Juventus di Giovanni Trapattoni, con la quale vince la Coppa Uefa. Con l'arrivo del nuovo tecnico, Marcello Lippi, Vialli diventa il perno del tridente offensivo formato con Fabrizio Ravanelli e Alessandro Del Piero. La sua massa muscolare aumenta molto, per via degli allenamenti col “marine” Ventrone, suscitando anche le polemiche di Zeman sul presunto abuso di farmaci. Grazie ai suoi gol nel 1995 la Juve torna a vincere lo scudetto dopo nove anni di digiuno.

La stagione successiva i bianconeri affrontano la Champions League e arrivano in finale, contro l'Ajax. Ci vogliono i calci di rigore per decidere l'incontro, ma il penalty decisivo di Vladmir Jugovic consegna alla Juve la “coppa maledetta”, che prima di allora aveva vinto solo nella drammatica notte dell'Heysel. E, da allora, non è più riuscita a vincerla. Il successo europeo in un certo senso “chiude il cerchio” con la delusione della Samp, ma anche con il calcio italiano: Luca si trasferisce all'estero, come diversi connazionali in quel periodo.

Vialli festeggia un gol con Deschamps, Carrera e Conte

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gianluca Vialli nel Chelsea: trionfi in campo e in panchina

Vialli firma per il Chelsea, dove militano altri italiani come Gianfranco Zola e Roberto Di Matteo. Nel ruolo di player/manager c'è un'altra vecchia conoscenza del calcio italiano: Ruud Gullit. Nonostante la vittoria della Coppa d'Inghilterra nella prima stagione, Vialli non è molto considerato dall'ex milanista. A cambiare le cose ci pensa il presidente Bates, che dopo le dimissioni di Gullit sceglie proprio Vialli come nuovo allenatore/giocatore. In questa duplice veste, vince Coppa di Lega, Coppa delle Coppe, Supercoppa europea. Nel 1999 appende le scarpe al chiodo e fa solamente l'allenatore, un'altra Coppa d'Inghilterra e una Charity Shield (Supercoppa nazionale) al palmarès dei Blues. Il 12 settembre del 2000 viene esonerato, dopo un avvio di stagione difficile, con difficili rapporti con giocatori importanti come Zola e Deschamps. Al suo posto arriva un altro italiano, Claudio Ranieri.

 

Vialli anticipato da Schmeichel, in una delle tante sfide di fine anni '90 tra Chelsea e Manchester United
 

Gianluca Vialli nel Watford: il sogno (infranto) di Elton John

Il 3 maggio 2001 accetta di scendere in First Division (la Serie B inglese), convinto dall'ambizioso progetto del Watford. Il cantante Elton John, da tempo proprietario del club, investe molti soldi per portare la squadra ai massimi livelli e un nome famoso come Vialli in panchina è considerato un fondamentale tassello del puzzle. Tuttavia, le cose vanno diversamente e Vialli viene licenziato dopo una sola stagione. Si apre quindi un contenzioso giudiziario/economico che durerà molto a lungo.

Gianluca Vialli in nazionale: protagonista dal campo alla panchina

Capocannoniere all'Europeo Under 21, Vialli esordisce in nazionale maggiore con Bearzot nel 1985 e poi partecipa, seppure come riserva, al mondiale di Messico '86 (Italia fuori agli ottavi). Con l'arrivo di Vicini diventa titolare fisso, ma la sua avventura è caratterizzata da molta fortuna: l'Italia si ferma in semifinale sia agli Europei del 1988 ai mondiali casalinghi del 1990. Quando in panchina arriva Sacchi, Vialli viene fatto fuori e polemicamente dichiara che a USA '94 tiferà per il Brasile... che alla fine vincerà il torneo battendo gli azzurri ai rigori. Nel 2019, sebbene già malato da due anni, viene nominato dalla Figc dirigente della nazionale, allenata dal suo fraterno amico Roberto Mancini. Insieme, i “gemelli” guidano la squadra alla vittoria di Euro 2020, che si gioca nel 2021 per via del Covid. Il loro abbraccio a Wembley dopo la finalissima vinta contro l'Inghilterra chiude il cerchio, sia rispetto alla deludente esperienza con la Sampdoria nel 1992, sia permettendo a entrambi di mettere in bacheca quel trofeo che da giocatori non avevano conquistato.

L'indimenticabile abbraccio tra Vialli e Mancini dopo il trionfo europeo
 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gianluca Vialli fuori dal campo: un bomber anche come commentatore

Dopo la delusione del Watford, rifiuta varie proposte come allenatore, preferendo il ruolo di commentatore a Sky. La sua è una propensione nota da tempo: già nel 1989/90, quando ancora giocava, era opinionista di “Settimana gol”, in onda su Italia 1. Sulla piattaforma digitale partecipa anche a “Squadre da incubo”, un docu-reality nel quale insieme all'ex collega Lorenzo Amoruso cerca di rimettere in senso una squadra amatoriale. Altrettanto impegnato sul fronte sociale, con l'amico Massimo Mauro fonda la "Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport", una Onlus impegnata nella ricerca contro la SLA, malattia nota anche “morbo di Lou Gherig” e che ha afflitto tanti calciatori.

Vialli con Mauro e Platini (anche loro ex juventini) in un evento di golf benefico della Fondazione
 
 
 
 
 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gianluca Vialli e la sua famiglia: gli affetti più preziosi

Luca Vialli è l'ultimo dei cinque figli di una delle più agiate famiglie di Cremona (peraltro di origini trentine) ed è cresciuto a Villa Affaltati, la tenuta che papaà Gianfranco e mamma Maria Teresa posseggono a Grumello. Dal 2003 è sposato con Cathryn White Cooper, ex modella di origine sudafricana e poi arredatrice di grande successo, soprattutto nel Regno Unito. Si sono conosciuti quando Luca giocava nel Chelsea e da allora hanno scelto di vivere  Londra, una sorta di “seconda casa” per l'ex calciatore. Hanno due figlie: Olivia e Sofia.

 

Vialli con la splendida moglie Cathryn
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gianluca Vialli e la scoperta del tumore al pancreas: la svolta

Luca Vialli ha scoperto di avere un tumore al pancreas nel 2017. Nel libro “Goals” (Mondadori, 2018) racconta così quella drammatica svolta: "Mentre facevo con la mia fisioterapista un certo esercizio per i glutei, ho sentito una fitta alla gamba, come se avessi un cane che mi mordeva il polpaccio. Nervo sciatico, mi hanno detto, niente di cui preoccuparsi. Forse no, ma ho passato sei settimane senza quasi riuscire a dormire, ho perso peso e buon umore. C’è voluta una risonanza per scovare un’ernia appollaiata sopra al nervo, una cosa che per i dottori si poteva risolvere con un piccolo intervento, e allora avanti, facciamolo. Ma, dopo, i morsi non smettono. Così passo a una terapia in cui si inietta nella zona infiammata un gas che è una combinazione di ossigeno e ozono. E ancora niente". A quel punto Vialli chiede a Gigi Buffon di consigliargli un bravo ortopedico: “Mi passa il nome di un gigante dell’ortopedia di Milano. Lo chiamo e prendo appuntamento per il lunedì, subito dopo il mio consueto weekend negli studi di Sky. Gli consegno gli esami, lui mi guarda dritto negli occhi e mi propone un’alternativa: un’operazione, subito, in anestesia totale; oppure aspettare sei settimane sperando che l’ernia rientri per conto suo. Scelgo l’operazione, mi lascio addormentare, e già il giorno dopo sono di nuovo a Londra, anche se in clinica mi avevano raccomandato almeno tre giorni di degenza. Mia moglie mi dice che sono matto. E io, per la prima volta in vita mia, mi sento così. Diverso. Svuotato, senza fiducia, piango senza motivo. Provo a camminare, ma è dannatamente difficile. Tanto difficile da sentirsi finiti". Ed è in questo esatto momento che quel dolore si fa più aggressivo: "Sono carico di farmaci di cui non ricordo nemmeno il nome e poi, una notte, una settimana dopo l’operazione alla schiena, sento i crampi allo stomaco, vomito, e da quel giorno smetto di mangiare, in preda alla nausea. Succhio liquirizia, che dicono aiuti, ma l’unico risultato che vedo, nel bagno, è un getto sempre più scuro. Denso. La risposta me la dà la risonanza magnetica: ferma tutto, Luca. Hai un cancro al pancreas. Quando me lo dicono io ancora non lo so che è uno dei più gravi, ma lo capisco da come il dottore soffia le parole fuori dalle labbra: 'Ci sono buone possibilità'. Buone possibilità di cosa? Mi chiedo. E, quando lo capisco, io che fino a quel momento della mia vita da atleta non sapevo niente di malattie, biopsie, pet-scan, di linfonodi e liquidi di contrasto, mi sento perduto. Alla prima biopsia che faccio, il tecnico la butta lì: 'Io non vedo niente, sai? Forse è benigno'. Allora lo abbraccio e lui ride, imbarazzato. Questo è davvero il colmo per un interista: essere abbracciato da Gianluca Vialli! Ma il mio tecnico preferito, purtroppo, si sbaglia. Non è benigno".


Gianluca Vialli e il senso della vita: la commovente confessione ad Alessandro Cattelan

Durante il programma “Una semplice domanda”, Luca Vialli ha parlato con Alessandro Cattelan di come stesse affrontando la malattia. Le sue parole, decisamente a cuore aperto, sono state una vera e propria lezione di vita: “Io ho paura di morire, eh. Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall’altra parte. Però mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita. L’ansia di non poter portare a termine tutte le cose che voglio fare, il fatto di essere super eccitato da tutti i progetti che ho, è una cosa per cui mi sento molto fortunato. Cerco di non perdere tempo, di dire ai miei genitori che gli voglio bene. E mi sono reso conto che non vale più la pena di perdere tempo e fare delle stronzate. Fai le cose che ti piacciono e di cui sei appassionato, per il resto non c’è tempo. E ha aggiunto: “La malattia non è esclusivamente sofferenza: ci sono momenti bellissimi. La vita (e non l’ho detto io ma lo condivido in pieno) è fatta per il 20 per cento da quello che ti succede ma per l’80 per cento dal modo in cui tu reagisci a quello che accade. E la malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un’opportunità. Non dico al punto di essere grato nei confronti del cancro, eh… Spero di vivere il più a lungo possibile, però mi sento molto più fragile di prima”.

 

Vialli con Alessandro Cattelan in "Una semplice domanda"
 

 

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