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Affari di Genio
Come possono i genitori aiutare i figli nello studio?

Nonostante gli studenti del liceo e dell’università siano ormai grandi e indipendenti, la famiglia può avere un ruolo molto importante in questi percorsi. Come possono i genitori aiutare i figli nello studio? Possono partecipare all’apprendimento degli studenti o rischiano di essere invadenti?

Come aiutare i figli nello studio alle superiori

Il periodo delle scuole superiori è molto delicato per un giovane. Si tratta di un momento della vita in cui deve affrontare le prime sfide e ansie, si avvicina all’età adulta ma allo stesso tempo deve ancora fare i conti con l’adolescenza. In questo periodo, infatti, il cervello dei ragazzi sta mutando, si sta sviluppando creando nuove abitudini e comportamenti.

I genitori hanno un ruolo fondamentale in questa fase della vita di uno studente. Se da un lato il rischio è mettere troppa pressione sui figli,  dall’altro lato si può cadere nell'opposto di essere (o apparire) troppo assenti. Come in tutte le cose della vita, per aiutare gli studenti del liceo a studiare, la soluzione ottimale sta nel mezzo, per quanto possa non essere semplice da realizzare in pratica. 

Supportare i figli nello studio alle superiori: come fare?

I ragazzi delle superiori sono grandi ma non ancora adulti. Sono emotivamente più fragili e devono imparare a convivere con orari fissi, prove stabilite in tutto l’anno scolastico, valutazioni e un rapporto più diretto con gli insegnanti. Perdere la motivazione, stressarsi e vedere un calo delle performance è molto facile in questo periodo.

Il genitore deve far capire al figlio che gli può essere di aiuto e non di intralcio. Per prima cosa, è bene evitare ciò che i nostri genitori dicevano a noi, quelle frasi che proprio non ci piacevano e ci facevano male: “non fai abbastanza”, oppure “stai sempre con la testa china sui libri”, “se non vedo i voti alzarsi ti punisco”.

Chiedi invece a tuo figlio cosa prova e contro cosa sta lottando. Sta affrontando difficoltà? È sereno? Prova una forte pressione? Tu limitati a porre la domanda e sarà il ragazzo a decidere se farsi aiutare. Se chiede il tuo aiuto, intervieni. Se un argomento non è di suo gradimento o non lo comprende, fai in modo di trovare una soluzione, dimostrando che non lo giudichi ma, anzi, sei lì per aiutarlo.

L’argomento da trattare va oltre le tue capacità? Allora trova altre opzioni: cerca un sostegno esterno, l'importante è che tu non lo lasci solo a se stesso perché a lungo andare la sua autostima potrebbe risentirne in modo importante. 

Tuttavia, il supporto che puoi dare a tuo figlio non si limita solo a questo. Sia che si tratti di uno studente liceale o uno universitario, fai in modo di creare un ambiente e delle circostanze serene in cui possa migliorare il suo apprendimento.

Crea un luogo in casa tranquillo e lontano da distrazioni, dai fratellini piccoli e da eventuali visitatori. Non riuscire a studiare nella propria abitazione rende lo studente frustrato e anche avverso alla sua famiglia. Se questo non è possibile, invita tuo figlio a provare la biblioteca, accompagnandolo e restando con lui se ne ha bisogno. Invitalo a leggere un libro, parlate di ciò che ha scoperto e create un dialogo intorno a degli argomenti interessanti e in linea con il suo percorso di studio.

Infine, se tuo figlio frequenta il liceo, aiutalo anche a trovare un metodo di studio adatto a lui, assicurandoti che individui una sua routine, che faccia pause per rilassarsi e che non si distragga durante lo studio. Una volta trovato il metodo di studio, organizzate delle prove insieme, come la simulazione di un’interrogazione.

Ponigli delle domande che anche i professori potrebbero avanzare e crea una sorta di dibattito intorno alla materia di studio, per stimolare tuo figlio a migliorare la sua esposizione. Se noti qualcosa che non funziona o che rende la sua performance meno ottimale, faglielo notare con calma e gentilezza. Solo così gli darai la possibilità di migliorare.

Come aiutare i figli nello studio all'università

Gli studenti dell’università sono più grandi, a volte già indipendenti, molto più spesso non indipendenti ma reclamano a gran forza di esserlo. Il che può creare conflitti e rendere l'intenzione del genitore di aiutarli a superare le sfide universitarie, una sfida a sua volta.

Tuttavia, questo non vuol dire che non abbiano mai bisogno di supporto. Anche questo periodo della vita di una persona potrebbe essere carico di dubbi e di ansie. I ragazzi spesso si chiedono se abbiano fatto la scelta giusta e si trovano a dover fare i conti con una modalità di studio e presentazione degli esami diversa rispetto a quando erano al liceo.

Il tuo compito di genitore, in questo caso, non è solo quello di aiutare tuo figlio a trovare il suo metodo di studio (il che resta comunque sempre il passo fondamentale), quanto a renderlo indipendente, rilassato e motivato. In quanto genitore, potresti per esempio aiutare tuo figlio a trovare dei corsi per avviarlo al mondo del lavoro o attività extra curricolari che lo possano entusiasmare e che gli insegnino nuove cose.

Dopotutto, l’università non è il liceo: l’obiettivo non è quello di ottenere ottimi voti, ma è un ambiente che dovrebbe preparare lo studente ad affacciarsi sul mondo del lavoro.

Anche in questa fase della vita di uno studente, il dialogo è fondamentale:

  • dovresti parlare con tuo figlio delle sue sensazioni e degli ostacoli che sta affrontando, dimostrandogli che lo comprendi e che sei sempre disponibile per aiutarlo;
  • tratta argomenti inerenti al suo percorso di studi, anche se non li conosci. Consentire a tuo figlio di parlare delle materie che affronta ogni giorno è un ottimo modo per allenarlo a esporre degli argomenti in fase di interrogazione e, inoltre, potresti aggiungere anche tu degli spunti interessanti su cui ragionare e che possono portarlo a porsi ulteriori domande sulla materia.

Un modo efficace per motivare i ragazzi di superiori e università a dare il meglio è anche quello di premiarli quando raggiungono ottimi risultati. Questo non solo li porterà a dare il massimo in attesa di una ricompensa, ma consentirà loro di comprendere come i genitori siano sempre al loro fianco, pronti a sostenerli, piuttosto che a mettere pressione.

 

Massimo De Donno 
Ideatore del Metodo Genio in 21 Giorni

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