Auto e Motori

Auto elettriche penalizzate da tasse elevate: urgente rivedere accise sui carburanti

L'analisi di ECCO mette in luce l'urgenza di riformare la fiscalità dei beni energetici per i trasporti, evidenziando come gli oneri fiscali e parafiscali penalizzino le ricariche elettriche rispetto ai carburanti tradizionali, nonostante l'efficienza ene

L’evoluzione del mercato dell’auto, sempre più orientato verso l’elettrificazione, pone nuove sfide sul piano fiscale, soprattutto quando si tratta di energie impiegate per la mobilità su strada.

Lo studio condotto da ECCO, think tank italiano per il clima, fornisce un'analisi comparata dei costi di ricarica elettrica e di rifornimento di carburanti tradizionali, mettendo in luce un dato preoccupante: a parità di energia consumata, la struttura degli oneri fiscali e parafiscali risulta più gravosa per l'elettricità rispetto ai carburanti fossili.

La fiscalità dei beni energetici, purtroppo, sembra non aver ancora tenuto il passo con l’evoluzione del mercato, rendendo necessaria una revisione delle accise sul diesel e un ripensamento generale degli oneri sull'energia per i trasporti.

Il peso della fiscalità sulle ricariche elettriche

Le ricariche elettriche, soprattutto quelle pubbliche e non domestiche, subiscono un trattamento fiscale particolarmente gravoso. Secondo l’analisi ECCO, gli oneri fiscali e parafiscali applicati alle ricariche elettriche superano quelli imposti sui carburanti fossili, con percentuali che variano sensibilmente in base alla modalità di ricarica:

  • Ricariche domestiche: superiori del 5% rispetto alla benzina, del 30% rispetto al diesel e addirittura del 265% rispetto al GPL.
  • Ricariche aziendali: +22% rispetto alla benzina, +52% rispetto al diesel, +327% rispetto al GPL.
  • Colonnine pubbliche: +45% rispetto alla benzina, +81% rispetto al diesel, +407% rispetto al GPL (per le colonnine a bassa potenza), mentre per quelle ad alta potenza si arriva a +202% rispetto alla benzina, +275% rispetto al diesel e +954% rispetto al GPL.

Il risultato è che, nonostante l’efficienza energetica dei veicoli elettrici, che permette di percorrere distanze superiori rispetto ai veicoli a combustione interna, i costi energetici gravano ancora pesantemente sui consumatori.

L’efficienza energetica come chiave di risparmio

Un aspetto cruciale messo in evidenza dallo studio ECCO è l'elevata efficienza energetica dei veicoli elettrici. Sebbene le ricariche elettriche siano soggette a una tassazione più alta rispetto ai carburanti tradizionali, i veicoli elettrici riescono a compensare grazie alla loro capacità di percorrere distanze fino a cinque volte superiori con la stessa quantità di energia. Questa efficienza riduce l'impatto economico delle ricariche, rendendo comunque vantaggiosa la guida elettrica per i consumatori rispetto all’utilizzo di benzina o diesel.

La riduzione del gettito fiscale

Con la progressiva adozione di veicoli elettrici, l’Italia si trova di fronte a una sfida fiscale significativa: una riduzione delle entrate statali derivanti dalle accise sui carburanti. Lo studio di ECCO stima che entro il 2030 il gettito statale potrebbe ridursi di circa 1 miliardo di euro, una cifra destinata ad aumentare a 3,7 miliardi entro il 2035 e a 5,8 miliardi entro il 2040, man mano che l'elettrificazione del parco auto prenderà piede.

Questa perdita di entrate potrebbe essere compensata attraverso una revisione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), che attualmente rappresentano un costo significativo per lo Stato. In particolare, lo sconto sulle accise del dieselrispetto alla benzina, che costa allo Stato circa 3,5 miliardi di euro, è considerato uno dei principali sussidi dannosi per l'ambiente.

Verso una tassazione coerente con la transizione energetica

Le attuali disparità fiscali rappresentano un ostacolo per la transizione verso la mobilità elettrica. ECCO sottolinea come sia necessario un sistema fiscale più armonizzato e coerente con gli obiettivi di decarbonizzazione e con l’adozione crescente dell’auto elettrica. Massimiliano Bienati, Responsabile del programma trasporti di ECCO, evidenzia che l’aumento del peso della fiscalità sull'elettricità potrebbe risultare insostenibile per famiglie e imprese, soprattutto considerando che già oggi gli oneri applicati alle ricariche elettriche sono più elevati rispetto a quelli sui carburanti fossili.

Un'altra preoccupazione riguarda l’imposizione fiscale in relazione alle emissioni di CO2. Secondo i dati ECCO, il carico fiscale medio applicato alla ricarica elettrica è pari a 415 €/tCO2 (870 €/tCO2 per le ricariche in media tensione), contro i 252 €/tCO2 per i carburanti fossili. Questo dato evidenzia una contraddizione con il principio comunitario "chi inquina paga", il quale dovrebbe premiare le tecnologie a basse emissioni di carbonio, come l’elettrico.

La revisione delle accise sul diesel: un passo inevitabile

La proposta del governo di intervenire sulle accise del diesel è una decisione inevitabile, sia per le evoluzioni attese del mercato dell’auto che per le esigenze di bilancio statale. La riduzione delle accise sul diesel è uno dei maggiori sussidi ambientalmente dannosi ancora in vigore e la sua rimozione rappresenta un passo cruciale per rendere il sistema fiscale più equo e sostenibile.

Matteo Leonardi, Direttore di ECCO, sottolinea che il governo dovrà decidere se diluire la correzione fiscale su un periodo più lungo, in funzione della diffusione dell’auto elettrica, oppure agire con maggiore rapidità per rispondere alle esigenze di bilancio. In ogni caso, questi aumenti devono essere accompagnati da misure di garanzia per i consumatori finali, che evitino un eccessivo aumento dei costi per le famiglie e le imprese.

La revisione delle accise sul diesel, insieme a una riforma della fiscalità energetica per i trasporti, è fondamentale per sostenere la transizione verso la mobilità elettrica in Italia. Nonostante l'elevata efficienza dei veicoli elettrici, gli attuali oneri fiscali e parafiscali rischiano di penalizzare il passaggio all'elettrico. Solo una riforma coerente e armonizzata della fiscalità potrà garantire un sistema energetico sostenibile e allineato agli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e oltre.