L'avvocato del cuore

Giustizia, che cosa succede se non si denuncia un reato

di Francesca Albi*

Se vengo a conoscenza di un reato e lo ometto non sporgendo denuncia divento un complice? Parola all'esperto

"La denuncia di un reato è facoltativa: la scelta è rimessa al senso civico di ciascuno"

“Caro Avvocato, sono venuto a conoscenza di un reato e non so se denunciarlo o meno. Mi chiedevo: se non denuncio divento complice del reato se l’illecito viene comunque appreso dall’autorità giudiziaria?”

Gentile Signore, questa è una domanda che spesso viene fatta a noi avvocati. Mi spiego. La denuncia di un reato è, come regola generale, facoltativa: la scelta se denunciare o meno un reato del quale si abbia conoscenza è rimessa al senso civico di ciascuno, salvi alcuni casi tassativamente indicati dalla legge. Il nostro ordinamento prevede l’obbligo di denuncia solo per alcune fattispecie delittuose, quelle relative ai “reati contro la personalità dello Stato” (attentati, terrorismo, spionaggio politico-militare, stragi etc.).

Negli altri casi, la legge, e più nello specifico l’art. 333 c.p.p., pone la regola generale secondo la quale “Ogni persona che ha notizia di un reato perseguibile d’ufficio può farne denuncia”. Il nostro codice di rito, quindi, lascia decidere discrezionalmente a ciascuno se presentare denuncia per un reato del quale abbia notizia. Ne consegue, che colui che non denuncia non è complice del reato. In Italia non è obbligatorio denunciare un crimine, solo nei casi sopra previsti. Preciso cosa si intenda per “complicità nel reato” o meglio per “concorso nel reato”.

Si è complici quando si contribuisce materialmente o psicologicamente alla commissione di un illecito: solo in questi casi si parla di concorso nel reato che si distingue in: a) materiale, quando il contributo è di tipo pratico (es. fornisco il codice della cassaforte cosicché l’altro possa rubarne il contenuto); b) morale, quando il contributo è di tipo psicologico (es. istigo/convinco una persona a commettere un reato). In questi casi il complice risponde del reato come se lo avesse commesso in prima persona.

Riassumendo, il cittadino che viene a conoscenza di un rato se non sporge denuncia non può essere considerato complice, né tantomeno può essere punito o subire conseguenze di alcun tipo. Laddove, però, dia un contributo al reato (morale o materiale) allora diventa complice del reato e pertanto può essere perseguito.

Francesca Albi - Studio Legale Bernardini de Pace*