L'avvocato del cuore

Vacanza con mio figlio negata dal padre: "minaccia la sottrazione di minore"

Di Andrea Prati *

“Buon giorno Avvocato, sono separata consensualmente da anni e quest’estate vorrei portare mio figlio di 11 anni, affidato a entrambi i genitori, in vacanza in Spagna. Il padre non vuole e minaccia addirittura di denunciarmi per sottrazione di minore se parto. Devo rinunciare alla vacanza”?

Se, da un lato, l’imminente estate sarà caratterizzata, per tutti, dalle restrizioni agli spostamenti e dalle misure antiCovid19, dall’altro lato, per i genitori separati, si pone il consueto problema di organizzare le rispettive vacanze da trascorrere con i figli. 

Se alcune persone, usando buon senso e disponibilità al dialogo, riescono a concordare con l’altro genitore le proprie ferie con la prole, c’è sempre chi litiga e approfitta dell’occasione per alimentare la litigiosità con l’ex coniuge. Anche e soprattutto a discapito dei minori. 

Arrivando a contestare e criticare ogni ipotesi di vacanza proposta dall’altro; opponendosi in ogni modo, spesso senza alcuna valida ragione, all’altrui programma; presentando denunce e querele, anche se infondate, pur di bloccare e/o ostacolare la vacanza dell’altro genitore.

La legge, però, per fortuna, tutela il genitore conciliante e responsabile e, di norma, gli consente di decidere autonomamente dove trascorrere il tempo con i figli.

Infatti, in regime di affido condiviso, madre e padre, nei periodi nei quali hanno il figlio con sé, hanno pieno diritto di portarlo, per le vacanze e/o i fine settimana, dove meglio ritengono.

Con l’unica prescrizione di informare l’altro genitore del luogo nel quale ci si reca e di fornire ogni indicazione possibile ai fini della propria reperibilità.

Non sussiste, dunque, per i genitori un dovere di preventiva concertazione della meta delle proprie vacanze con i figli. Né tantomeno è necessario essere autorizzati, dall’altro, a recarsi o meno in una determinata località con il minore.

E, anzi, vige proprio il principio opposto. 

Ossia, deve essere il genitore contrario a che il figlio sia portato in un certo luogo a chiedere al Tribunale (con una procedura di tipo civilistico e non con una querela) di vietare la vacanza in tale località. 

Dimostrando, a tal fine, che il viaggio, e la permanenza in loco, possano essere pericolosi o comunque sia pregiudizievoli per il figlio.

A quel punto, se il Giudice lo riterrà opportuno, nell’esclusivo interesse del minore e valutando le sue necessità ed esigenze, potrà proibire al genitore di portare il figlio in una determinata località.

Nel Suo caso, per quanto a oggi non si può ancora essere certi in tal senso, se la Spagna accoglierà, nelle prossime settimane, i turisti italiani, Lei sarà libera di portarci Suo figlio in vacanza. 

Non esistono, infatti, particolari ragioni, oggettive o soggettive, che rendano deleterio, o anche solo altamente sconsigliabile, per il benessere psico-fisico del minore, portarvelo. 

A esempio, non ci sono guerre né rivolte, l’emergenza sanitaria è in una fase assimilabile a quella attuale italiana, non sussiste il pericolo che Lei voglia trattenersi in Spagna con Suo figlio anche oltre il periodo di vacanza di Sua spettanza. 

Ma, soprattutto, non esiste un provvedimento del Tribunale che, valutato su istanza del padre l’interesse del minore, Le vieti di fare le prossime ferie estive con il bambino dove le ha programmate. 

Lei dovrà, quindi, limitarsi a comunicare al padre di Suo figlio le date e i luoghi del soggiorno, i riferimenti dell’albergo dove alloggerete, le date e gli orari dei voli aerei ecc.

Senza avere paura di essere accusata di sottrazione di minore (secondo il dettato letterale dall’articolo 574 c.p. “sottrazione di persona incapace”. I minori di anni 14 sono così “chiamati” dalla norma). 

Infatti, nei periodi nei quali è sotto le Sua custodia e cura, Lei può portare Suo figlio dove crede, senza commettere alcun reato né illecito civile.

Al proposito, ovviamente, è essenziale che Lei porti Suo figlio in vacanza, in Spagna o dove vorrà, nei “Suoi giorni”. 

Diverso sarebbe, infatti, se Lei tenesse con sé il bambino, contro la volontà del padre, in Spagna ma anche ovunque, quando, secondo i Vostri accordi di separazione, il minore deve restare con il papà. 

* Studio Legale Bernardini de Pace