Buonasanità
Diabete Mellito: a Milano primo trapianto di cellule pancreatiche
Speranza per chi soffre di diabete mellito: effettuato il primo trapianto in Europa di cellule pancreatiche al Niguarda di Milano.
All'ospedale Niguarda di Milano è stato recentemente effettuato il primo trapianto in Europa di cellule pancreatiche che ha consentito ad un paziente di 41 anni di guarire dal diabete di tipo 1, dicendo finalmente addio alla terapia con l'insulina!
Il DIABETE MELLITO DI TIPO 1 o INSULINO-DIPENDENTE si manifesta prevalentemente nell'infanzia e nell'adolescenza e rientra nella categoria delle MALATTIE AUTOIMMUNI perché causato dalla produzione di AUTOANTICORPI (anticorpi che distruggono tessuti ed organi propri, non riconoscendoli come tali) che attaccano le CELLULE BETA del pancreas deputate alla produzione di INSULINA la quale regola l'utilizzo di glucosio da parte delle cellule del corpo.
Nel diabete di tipo 1 la produzione di tale ormone si riduce fino ad azzerarsi totalmente, con conseguente eccesso di glucosio nel sangue o IPERGLICEMIA.
La scarsità o mancanza di insulina non consente al corpo di utilizzare gli zuccheri introdotti con l'alimentazione che vengono così eliminati con le urine.
In tale situazione l'organismo umano produce energia prevalentemente attraverso il metabolismo dei grassi che comporta la produzione dei CORPI CHETONICI, il cui accumulo può determinare anche il coma.
Tornando all'argomento principale, cioè il TRAPIANTO DI CELLULE PANCREATICHE, questo è stato eseguito con la collaborazione delle varie equipe di Chirurgia Generale, Anestesia e rianimazione, Diabetologia, Nefrologia, Terapia tissutale.
L'intervento è consistito nel trapiantare ISOLE PANCREATICHE donate da un soggetto sano sull'OMENTO, ossia quella membrana molto vascolarizzata che a mo' di "grembiule" avvolge gli organi addominali.
In pratica sono state inserite chirurgicamente cellule pancreatiche sane che hanno sostituito nella funzione quelle malate, non più in grado di produrre insulina, con conseguente IPERGLICEMIA.
Oltre alla guarigione del paziente, tale tecnica ha anche il vantaggio di scongiurare il rischio del rigetto, in quanto le isole pancreatiche trapiantate vengono inglobate in un'impalcatura biologica (costituita da plasma e trombina del paziente) che aderisce all'omento.
L'organismo assorbe gradualmente tale sostanza rilasciando le isole intatte mentre si formano nuovi vasi sanguigni per la sopravvivenza delle cellule pancreatiche trapiantate.
Come tutte le patologie croniche il diabete ha un forte impatto sulla psiche che va da una fase iniziale di incredulità alla vera e propria depressione prima dell'accettazione della complessa condizione diabetica.
Il diabete richiede infatti un radicale cambiamento delle abitudini e dello stile di vita, compreso il disagio dei controlli glicemici e della somministrazione dell'insulina più volte al giorno.
Facile dunque intuire i positivi risvolti pratici e psicologici che il trapianto di isole pancreatiche può apportare a quei pazienti diabetici finora "menomati" da tale invalidante condizione!
Ancora una volta GRAZIE a tutti quei colleghi che con il loro impegno quotidiano dimostrano al mondo il valore inestimabile della ricerca italiana, garantendo con il loro operato la spesso bistrattata BUONASANITÀ!