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Cose Nostre
Salvini da Ceglie chiama Arcore. E dietro c'è un doppio segnale


Un Matteo Salvini molto "politico" quello visto in Puglia nella due giorni Bari-Lecce-Ceglie Messapica-Brindisi, dello scorso fine settimana.

Sostenuto da una risposta inaspettatamente calda delle genti del tacco d'Italia che, sotto la guida sapiente dei luogotenenti locali Rossano Sasso e Paolo Taurino, hanno affollato, con cartelli e striscioni, i suoi appuntamenti pubblici, concupito da molti politici locali che hanno chiesto di incontrarlo per esplorare convergenze e integrazioni, il leader della Lega ha cercato di far dimenticare la distanza e le fratture del passato lanciando una sua visione del Sud e della Puglia molto ambiziosa nei progetti e molto combattiva nei contenuti. "Dobbiano come Lega recuperare 20 anni di ritardi verso questi territori", ha ammesso facendo autocritica, mandando in soffitta le parole d'ordine ultrapadane di Umberto Bossi e lanciando un movimento nazionale con un solo simbolo e che avrà nel rispetto dei territorio e delle identità e tradizioni locali uno dei capisaldi culturali e politici.

Intervistato da chi scrive nella splendida cornice della scuola di gastronomia di Ceglie Messapica e incalzato dalle domande dei cittadini che hanno animato un corposo faccia a faccia di botte e risposte, Salvini non si è sottratto al quesito chiave del momento: le alleanze.

Con Silvio Berlusconi innanzitutto a cui Salvini, dopo mesi di freddezza e polemiche, ha mandato da Ceglie un segnale importante di disponibilità ad un incontro nell'immediato, indicando addirittura una data possibile: venerdì prossimo.

Gli ho chiesto: Si è saputo che vi siete sentiti al telefono con Silvio Berlusconi. Che cosa vi siete detti? C'è l'accordo o no? "L'ho chiamato per fargli gli auguri di buon compleanno, come prescrive la buona educazione, e non gli volevo rompere le scatole parlando di politica. Sicché gli ho fatto gli auguri e gli ho detto: di politica parliamo un'altra volta", afferma il leader della Lega. Ma ci sarà un incontro o no? "Sono a Strasburgo da lunedì a giovedì. Giovedì sera sono ospite dalla Gruber e mi porto questo ricordo meraviglioso di Ceglie Messapica. Sarò a Milano da venerdì e, se la mia agenda e quella di Silvio coincidono, perché no venerdì?".

E alla domanda di Rocco Monaco, editore e direttore di Videom, la TV della Valle d'Itria, sui rapporti con il Movimento Cinquestelle, confermando indirettamente le indiscrezioni di un tavolo riservatissimo di confronto coi grillini, con i quali ci sono buone convergenze programmatiche ma anche una certa distanza politica, ha mandato tuttavia un ulteriore segnale politico ad Arcore, non escludendo del tutto in assenza di un accordo nel Centrodestra, questo sbocco clamoroso.

Ecco le sue parole testuali: "Il mio obiettivo è quello di avere una coalizione di Centrodestra, come avviene in tantissimi comuni d'Italia, che però lasci fuori dalla porta chi ha governato fino a domattina con la sinistra. Detto ciò, io sono spesso a Roma per lavoro e l'anno scorso dissi che se fossi stato un cittadino romano avrei votato per i 5 Stelle, perché il Pd lo abbiamo già provato e ora proviamo questi altri. Ora, dopo un anno, quando vado a Roma mi dicono 'Salvini, che cosa mi hai fatto fare?'. Un conto è protestare, contestare e dire che tutto va male, ma poi quado fai il sindaco e vai in ufficio la scuola deve funzionare, l'autobus deve essere puntuale e l'ospedale non deve cadere a pezzi. Purtroppo, alla prova dei fatti, a Roma come a Torino, a Livorno come a Bagheria i grillini non sono esattamente quello che è la concretezza del mio pensiero. E poi ricordo che hanno votato con Renzi e con il Pd per l'abolizione del reato di immigrazione clandestina. Un segnale pessimo. Quindi la vedo dura".

Come dire: ci può stare, parliamone, nessuna preclusione di principio, ma tra il dire e il fare...

Le elezioni si avvicinano, e, come si capisce dalle parole di Matteo Salvini a Ceglie, che hanno impresso una forte accelerazione al confronto politico, il tempo delle meline e dei giochetti è finito.

Il tempo stringe, ora si mettono le (vere) carte in tavola. E il gioco si fa duro.

Tags:
salvini berlusconisalvini centrodestrasalvini m5s





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