Cose Nostre
La Schlein in vacanza in barca con Elkann? Mattarella e Meloni a Parigi, la Scala quest'anno porta sfiga? Briatore addio
Pillole di attualità. Latitanza del Pd sul deserto dell'automotive prodotto da Stellantis in Italia
Il Corriere della Sera fa un'insinuazione velenosa. La segretaria del Pd l'estate scorsa, quando era letteralmente e misteriosamente scomparsa, era andata in realta' a ritemprarsi dalle fatiche del Nazareno sullo yacht di John Elkann, preferendo le salate correnti marine in compagnia del primo azionista di Stellantis alle mefitiche correnti dei cacicchi del PD. Si potrebbe spiegare così, continuano perfidi da via Solferino, la prolungata, discussa afasia della leader Pd sulla crisi del colosso italo-francese dell'auto. E la sua ricomparsa solo ieri ai cancelli di Pomigliano, con attacchi riservati al governo e non al grande industriale di casa Agnelli. Vero o falso che sia, si nota comunque una certa latitanza del Pd sul deserto dell'automotive prodotto da Stellantis in Italia, con relative gravi crisi occupazionali e politico-sociali.
E Lina Palmerini sul Sole attribuisce il vuoto di iniziativa politica e di proposte da parte del primo partito della sinistra alla mancanza di competenze specifiche della segretaria (e del suo team) in materia di politiche industriali, a favore delle tematiche di genere e dei diritti civili. In questo torpore si sveglia il segretario della Cgil Landini, teorico insistito della rivolta sociale. Pantomima a babbo morto e a scoppio ritardato.
I due presidenti Mattarella e Meloni insieme nel weekend a Parigi dal mai domo Macron, che, pur essendo in braghe di tela col governo dimissionario e con la terrificante crisi economica francese, riceve i leader di mezzo mondo nella ville lumiere, per la riapertura di Notre Dame ristrutturata dopo l'incendio.
Peccato che nelle stesse ore si inauguri a Milano la stagione lirica della Scala con la mitica Prima. A cui i due presidenti hanno dato buca insieme, per svignarsela oltralpe. Almeno uno dei due presidenti, dopo opportuna consultazione (una telefonatina), poteva presentarsi sotto la Madonnina. Magari Mattarella, piu' curiale e compassato della combattente e agitata Meloni. Il capo dello Stato di solito a Milano porta a casa dieci minuti di applausi battendo tenori e soprani. Al contrario della Meloni, poco amata dal parterre meneghino storicamente antifascista. Ma si sospetta sottovoce che l'abbiano fatto perché l'opera scelta quest'anno per la fastosa overture dagli scaligeri porti male(Paolo Mieli dixit su radio 24). Meglio Zelensky (e forse Trump) chez Macron. Ed e' tutto dire.
Fine di un'era: Flavio Briatore cede il Twiga. Se lo compra Leonardo Maria Del Vecchio ( Lmdv), uno dei figli del mitico ex martinitt fondatore di Luxottica, e' uno degli uomini più liquidi d'Italia. E acquista il celeberrimo stabilimento balneare di Marina di Pietrasanta con altre tre location: il Twiga di Forte dei Marmi, la Baia Benjamin, aperta a maggio scorso in Liguria al confine con la Francia e lo storico Billionaire di Porto Cervo che dal prossimo anno si chiamerà Twiga. Addio dunque al ragioniere gaffeur di Cuneo, alle pantofole kitsch col marchio, ai circuiti di Formula 1 e alle curve esibite della Gregoraci: non ci sono piu' i Sallusti e le Santanche' di una volta. Vedremo cosa s'inventeranno ora Del Vecchio e il suo team per ridare smalto a un brand arrugginito e demode' come il suo fondatore. Occhiali Ray-ban (marchio di famiglia) con telecamere incorporate per tutti? Tanti video e Twiga social?
Urbano Cairo lascia il calcio e apre alla cessione del Torino. I tifosi non gli perdonano le sue gestioni troppo attente ai dane' e poco alla formazione dei granata. Sicché dopo anni di coabitazione forzata e nervosa con la curva, l'editore di Corriere, Gazzetta e la 7 si concentra sui giornalisti e sugli spot e lascia perdere tribune e dribbling.Meglio Cazzullo Mentana e Gruber, la partita e' finita.