Blog AI
FONDI DI COESIONE, LOTTA ALLE FRODI, FONDI PER VITTIME DI TRATTA
PER STARE MEGLIO COME CITTADINI EUROPEI E CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI
In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni sui bandi scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com
Domanda: si parla di fondi di coesione europei, ma non trovo dati in merito alla mia regione Sardegna, dove posso rivolgermi? Paolo Casu
Risposta: si può rivolgere alla Direzione Generale Regio della Commissione europea. Può consultare i dati aggiornati dei finanziamenti per il periodo 2021-2027 nell'ambito dei fondi JTF (Fondo di transizione - Just Transition Fund), AMIF (Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF), BMVI (Integrated Border Management Fund) e ISF (Internal Security Fund) sono accessibili a tutti on line dalla piattaforma Cohesiondata (https://cohesiondata.ec.europa.eu/funds/21-27); inoltre è disponibile una presentazione aggregata della Politica di coesione europea 2021-2027, Obiettivo Investimenti in occupazione e crescita (FESR/FSE/FC/JTF). La Sardegna era nel fondo di transizione ora non lo è più, mentre l’Abruzzo è area di transizione ad esempio. Si può anche consultare il database Kohesio che è una piattaforma on line della Commissione europea, realizzata in stretta cooperazione con le autorità di gestione nazionali e regionali che gestiscono i programmi operativi e gli interventi, e con i portali nazionali che pubblicano open data sui progetti in attuazione. Grazie a questo strumento, cittadini, Istituzioni e organizzazioni della società civile avranno la possibilità di conoscere e analizzare i dati, esposti in formato Open Data, di oltre 1.5 milioni di progetti finanziati in Unione europea dalla politica di coesione, che fanno riferimento al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), al Fondo di coesione (FC) e al Fondo sociale europeo (FSE), realizzati con risorse del ciclo di programmazione 2014-2020. La piattaforma Kohesio, con le informazioni dettagliate a livello di progetto, rappresenta un’integrazione del portale Cohesion Data che, invece, è dedicato alle informazioni finanziarie a livello di programma. Ecco il link in cui può trovare dati sui fondi di coesione per la regione Sardegna link https://opencoesione.gov.it/it/dati/territori/sardegna-regione/. Tra i progetti finanziati in Sardegna ci sono ad esempio interventi di rifacimento, ammodernamento, efficientamento degli impianti di illuminazione pubblica di viale Buon Cammino e aree limitrofe; e, ad esempio, a Molentargius, alle saline e litorali, una serie di interventi di tutela ambientale dell’area del Bellarosa Maggiore, delle vasche del retrolitorale e della piana di Is Arenas, con recupero di un’area naturalistica di valenza internazionale. Per informare meglio sui fondi di coesione europei la DG Regio organizza periodicamente dei viaggi e corsi di approfondimento per giornalisti e dal 25 al 28 giugno una delegazione europea si è recata a Bruxelles grazie all’iniziativa #EUinMyRegion. Per promuovere uno sviluppo armonioso dell'insieme dell'Unione, l'Unione europea rafforza la sua coesione economica, sociale e territoriale. In particolare l'Unione mira a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle sue varie regioni. Un'attenzione speciale è rivolta alle zone rurali, alle zone interessate da transizione industriale e alle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici, quali le regioni più settentrionali con bassissima densità demografica nonché le regioni insulari, transfrontaliere e di montagna. L'UE sostiene il conseguimento di tali obiettivi mediante l'uso dei Fondi strutturali e di investimento europei (FSE, FESR, Fondo di coesione e Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP)) e il Fondo per una transizione giusta (JTF). Il Fondo sociale europeo, denominato dal 2021 Fondo sociale europeo Plus (FSE+), è il principale strumento dell'Unione a sostegno delle misure volte a prevenire e combattere la disoccupazione, sviluppare le risorse umane e favorire l'integrazione sociale nel mercato del lavoro. l Fondo europeo di sviluppo regionale contribuisce alla correzione dei principali squilibri regionali esistenti nell'UE. Esso sostiene le regioni in ritardo di sviluppo nonché la riconversione delle regioni industriali in declino. Il Fondo di coesione eroga contributi finanziari a progetti riguardanti l'ambiente e le reti transeuropee nel settore delle infrastrutture dei trasporti. Possono accedere al suo sostegno solo gli Stati membri il cui reddito nazionale lordo per abitante è inferiore al 90 % della media UE. Il Fondo per una transizione giusta è uno strumento fondamentale per sostenere i territori maggiormente colpiti dalla transizione verso la neutralità climatica e prevenire l'esacerbarsi delle disparità regionali. Nel periodo 2021-2027 i fondi dell'UE derivano da due fonti: il "classico" quadro finanziario pluriennale (QFP), che delinea i limiti annuali di spesa dell'UE, e il piano per la ripresa NextGenerationEU (NGEU), un'iniziativa straordinaria concepita per aiutare gli Stati membri a riprendersi dalla pandemia. Si ricorda che l'Unione europea sostiene lo sviluppo pure delle sue regioni più remote, note come regioni ultraperiferiche, ossia Guadalupa, la Guyana francese, Riunione, Martinica, Mayotte e Saint-Martin (Francia), le Azzorre e Madera (Portogallo) e le isole Canarie (Spagna). Questo sostegno mira a compensare gli ostacoli derivanti dalla lontananza geografica di tali regioni. Inoltre ReactEU è stato adottato nel dicembre 2020 e funge da integrazione per i programmi di coesione 2014-2020 e si aggiunge alle dotazioni per la coesione per il periodo 2021-2027. Per le regioni funzionano molto bene i progetti Interreg. Ci sono poi i gruppi europei di cooperazione territoriale (GECT) che sono stati creati per favorire la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale tra gli Stati membri o le loro autorità regionali e locali. I GECT consentono di attuare progetti comuni, condividere conoscenze e migliorare il coordinamento della pianificazione territoriale.
Domanda: come vengono perseguite le frodi in Unione europea sui bandi comunitari? Nando Viccoli
Risposta: c’è l’ OLAF (Ufficio europeo per la lotta antifrode) che esamina questioni relative a frodi, corruzione e altri reati lesivi degli interessi finanziari dell’Unione Europea per quanto riguarda tutte le spese dell'Unione europea quali i fondi strutturali, la politica agricola e i fondi per lo sviluppo rurale, le spese dirette e gli aiuti esterni; alcuni elementi delle entrate dell'Unione Europea, soprattutto i dazi doganali; sospetti di gravi inadempimenti degli obblighi professionali da parte del personale e dei membri delle istituzioni dell'Unione Europea. L'OLAF riceve segnalazioni di frodi e irregolarità da fonti diverse. Le frodi si possono segnalare on line e anche anonimamente. Nella maggior parte dei casi, le informazioni sono il risultato di controlli effettuati da chi è responsabile della gestione dei fondi dell'Unione Europea nelle istituzioni europee o negli Stati membri. L'OLAF valuta inizialmente tutte le denunce ricevute per stabilire se rientrano nel proprio ambito di competenza e se rispondono ai criteri per avviare un'indagine. Le indagini possono comportare colloqui e ispezioni di locali e sono classificate in tre categorie ovvero indagini interne - amministrative all'interno delle istituzioni e degli organi dell'UE per rilevare casi di frode, corruzione e altre attività illecite che danneggino gli interessi finanziari dell'Unione europea, compresi fatti gravi riguardanti l'esercizio delle attività professionali; indagini esterne - si tratta di indagini al di fuori delle istituzioni e degli organi dell'UE per rilevare casi di frode o altre irregolarità da parte di persone fisiche o giuridiche e rientrano nella categoria delle indagini esterne i casi in cui l'OLAF svolge la maggior parte dell'attività investigativa; indagini di coordinamento - OLAF contribuisce alle indagini svolte dalle autorità nazionali o da altri servizi dell'UE agevolando la raccolta e lo scambio di informazioni e facilitando i contatti. Dopo la conclusione di un'indagine, l'OLAF raccomanda interventi alle istituzioni dell'UE e alle autorità nazionali interessati: ciò comprende di solito l'avvio di indagini penali, recuperi finanziari o altre misure disciplinari e amministrative. C’è inoltre la Procura Europea (EPPO) che è un'istituzione indipendente dell'Unione europea, operativa dal primo giugno 2021 secondo le disposizioni del Trattato di Lisbona, con sede in Lussemburgo e con competenza a indagare e perseguire reati che ledono gli interessi finanziari dell'UE. Prima che l'EPPO diventasse operativa, tale competenza era attribuita alle sole autorità nazionali, le quali agivano con strumenti delimitati dagli stretti confini territoriali. L'istituzione di una Procura Europea contribuisce ad ovviare a tali carenze prevedendo una procedura di "cooperazione rafforzata" che vede coinvolti tutti i 22 Stati aderenti tra cui l’Italia. I Procuratori Europei Delegati nei 22 Stati dell'Unione Europea aderenti sono responsabili dello svolgimento delle indagini e dell'esercizio dell'azione penale e operano in piena indipendenza dalle rispettive autorità nazionali. Certo se all’interno degli Stati nazionali la gestione degli aspetti giuridici è lenta, ha normative che mandano in prescrizione reati, la situazione si aggrava perché nessuno di questi enti può entrare nel merito della gestione nazionale con sanzioni per inefficienza. Comunque c’è pure la Corte dei conti europea che è il revisore esterno dell’Unione europea e il collegio della Corte è composto da un membro per ciascuno Stato membro dell’Unione Europea ed è sostenuto da un organico di circa 900 persone, di tutte le nazionalità dell’UE, valuta l’economicità, l’efficacia, l’efficienza, la legittimità e la regolarità degli interventi dell’UE grazie ad un lavoro di audit indipendente, professionale e d’impatto, al fine di accrescere il rispetto dell’obbligo di rendiconto e la trasparenza nonché di migliorare la gestione finanziaria, rafforzando così la fiducia dei cittadini e rispondendo in modo efficace alle sfide attuali e future che l’UE deve affrontare.
Domanda: siamo una associazione e ci occupiamo di persone svantaggiate e di persone vittime di tratta, ci sono fondi europei a cui potremmo accedere per caso? Cecilia Pascarro
Risposta: sì. Potete accedere ai fondi del programma Corpo di volontariato europeo, potete partecipare ai bandi del programma comunitario Cerv, inoltre è aperto un bando nell’ambito del Fondo Asilo, migrazione e integrazione sino al 21 agosto 2024. Possono essere cofinanziati progetti sull’assistenza, il sostegno e l’integrazione di cittadini di Stati terzi vittime di tratta. Il bando punta a migliorare l'identificazione, l'assistenza, il sostegno e l'integrazione dei cittadini di Stati terzi vittime della tratta di esseri umani. Il sostegno andrà a progetti che possano presentare dei dati tangibili quali iniziative per la creazione e il miglioramento del coordinamento transnazionale multi-stakeholder e multidisciplinare, in particolare sull’identificazione, che faciliti lo scambio di esperienze e migliori pratiche tra attori pertinenti, quali le autorità di polizia, giudiziarie, di immigrazione e asilo, gli assistenti sociali, gli ispettorati del lavoro, le guardie di frontiera, le organizzazioni della società civile e altri servizi; progetti per migliorare la prevenzione della tratta degli esseri umani, in particolare a fini di sfruttamento lavorativo e sessuale; iniziative quali campagne di sensibilizzazione, anche in cooperazione con i Paesi terzi; progetti per migliorare il deferimento delle vittime della tratta ai servizi di protezione, assistenza e sostegno, tenendo conto delle circostanze personali e delle loro esigenze specifiche, in particolare quelle inerenti i servizi sanitari, psicologici e legali; progetti per potenziare l’offerta di servizi specializzati di assistenza e sostegno con cooperazione anche con le pmi e scambio di migliori pratiche tra i centri di accoglienza esistenti di diversi Stati membri dell’Unione europea, in particolare in relazione alla fornitura di assistenza e sostegno alle vittime della tratta. Sono previste misure transnazionali che facilitino l'integrazione delle vittime attraverso l'accesso, tra l'altro, all’istruzione, alla formazione linguistica e professionale, a programmi di apprendistato, a servizi di collocamento lavorativo, alla formazione e mentoring sul posto di lavoro, alla formazione all'imprenditorialità. Possono essere cofinanziati progetti per incrementare la cooperazione transfrontaliera in casi concreti, come nel contesto del trasferimento di cittadini vittime della tratta allo Stato membro di primo arrivo o del rimpatrio volontario e sicuro nel loro Paese di origine. Ogni progetto deve durare massimo ventiquattro mesi. Possono aderire al bando enti non-profit con sede legale in Stati dell’Unione Europea esclusa la Danimarca, pmi, organizzazioni internazionali. Ogni progetto deve essere presentato da un consorzio costituito da minimo tre soggetti di tre diversi Stati dell’Unione Europea. Si possono ottenere un importo tra i 500mila e un milione di euro. Il bando ha un budget totale di sei milioni di euro.