Lo sguardo libero

Da Crosetto a Gruber, l’informazione ha una coscienza

Di Ernesto Vergani

Il giornalista può avvalersi delle proprie idee nel fare il suo mestiere

Difficile rappresentare la verità sostanziale dei fatti

Nella puntata a tutto campo di ieri di “Otto e Mezzo” con Lilli Gruber, cui partecipavano il ministro Guido Crosetto e i giornalisti Alessandro De Angelis e Monica Guerzoni, a un certo punto il titolare della Difesa si è lamentato - sorridendo, in modo non polemico, con toni di confronto e concilianti - del fatto che De Angelis desse per vere quelle che erano sue idee e opinioni. Durante la discussione che ne è nata, per parte sua Gruber ha sostenuto: “Compito del giornalista è fare le domande.”

Entrambi sono stati imprecisi, più Crosetto di Gruber. Circa quest’ultima, la funzione del giornalista è informare, cercando di rappresentare la verità sostanziale dei fatti (impresa difficilissima). Fare le domande è uno strumento fondamentale per raggiungere tale obiettivo. Crosetto è stato anch’egli impreciso perché un giornalista ha una sua coscienza e nel fare il suo mestiere può (deve?) avvalersi delle sue opinioni e delle sue idee. Memorabile in questo senso Gad Lerner, giornalista coerente (nel 2000 si dimise dopo pochi mesi dalla direzione del Tg1 per un errore della redazione in quanto direttore appunto “responsabile”), il che non è poco in un settore dove c’è molta confusione quanto ad accesso alla professione, competenze, merito e raccomandazione. Durante una puntata dell’allora celebre trasmissione “L’infedele” di Lerner, quando Flavio Tosi, in quel tempo potente sindaco di Verona (dal 2007 al 2017) oggi parlamentare, si lagnò per una presa di posizione del giornalista a favore del Pd a suo parere faziosa, Lerner replicò: “Sono tra i fondatori del Pd!”