Lo sguardo libero

La Germania di Merz sproni l’Ue all’indipendenza dagli Usa

Di Ernesto Vergani

Donald Trump vuole escludere l’Ucraina del presidente Volodymyr Zelensky e l’Ue guidata dalla commissaria Ursula von der Leyen dai negoziati di pace per porre fine alla guerra in Ucraina, iniziata esattamente tre anni fa a seguito dell’invasione voluta dal dittatore Vladimir Putin. Oggi il primo ministro canadese Justin Trudeau e tutti i leader europei erano a Kiev. Mentre l’America, da potenza superiore, si comporta come una potenza prepotente, una bella notizia arriva dalle elezioni federali di ieri in Germania. E questo per molte ragioni.

Con un’affluenza alle urne che ha superato l’84%, il popolo tedesco dimostra con forza che un popolo istruito è un popolo responsabile. (Paradossalmente, uno dei successi della Cina “non democratica” risiede proprio nell’istruzione dei giovani cinesi, al netto del lavaggio del cervello su che cosa sia la democrazia.) I dati ottenuti sono molto diversi, per esempio, rispetto a quelli dell’Italia delle ultime europee dell’8 e 9 giugno 2024, quando l’affluenza fu del 49,69%.

Il nuovo cancelliere sarà Friedrich Merz, il leader della Cdu, che, con il 28,5% dei voti, è il partito vincitore (+4,4% rispetto alle elezioni del 2021), che andrà a negoziare la Grosse Koalition con l’Spd del cancelliere uscente Olaf Scholz, il cui partito scende al 16,4% (-9,3%). Il partito nazionalista e xenofobo Afd, guidato da Alice Weidel, diventa il secondo partito con il 20,8% (+10,4%), ma non farà parte del Governo. (Elon Musk, il miliardario che si atteggia a genio e che presiede Doge, la struttura dell’Amministrazione Trump che deve snellire la burocrazia, e che pretende di stabilire i destini del mondo, non ha mancato di congratularsi.)

Un ulteriore segnale di responsabilità è giunto dai politici: a seguito delle rispettive sconfitte, Robert Habeck, il leader dei Verdi, (11,6%, -3%), si è dimesso da ogni carica all’interno del partito, mentre Christian Lindner, a capo del partito dei liberali dell’Fdp, che non è riuscito ad entrare nel Bundestag non superando la soglia di sbarramento del 5%, lascia la politica. Si lasci perdere il confronto, a tutti i livelli con l’Italia: non solo politici – che, oltre a fallire nei loro obiettivi, commettono errori clamorosi nelle loro funzioni – ma anche manager e giornalisti, che, nonostante i loro fallimenti professionali, continuano imperterriti a mostrare la loro faccia.

La notizia più bella è la dichiarazione di Merz: “Per me la priorità assoluta sarà raggiungere l’indipendenza dagli Stati Uniti.” Pare che intenda realizzare questa scelta partendo dal coinvolgimento della Francia e della Polonia. L’auspicio è che tale orientamento sia inclusivo e tenga conto anche degli altri paesi dell’Unione europea, a partire dall’Italia di Giorgia Meloni: l’indipendenza dagli Usa può essere perseguita alla luce sia della globalizzazione dell’economia, sia dell'oggettività dei dati: gli Usa rappresentano il 25% del Pil, mentre Ue e Cina ciascuno il 17%.