Lo sguardo libero
Meloni e Schlein cerchino l' allenza con gli imprenditori
Gli industriali che amano il Paese sono disposti a investire e pagare le tasse in Italia
L’ approccio con le aziende della presidente del Consiglio è basato sul laisser faire, quello della neosegretaria del Pd sulla rivendicazione massimalista
Due noti imprenditori hanno fatto in tv delle riflessioni interessanti sulle scelte economiche che l’Italia dovrebbe prendere nella congiuntura attuale, in particolare circa la condizione dei lavoratori, che hanno i salari tra i più bassi d’Europa e il cui potere d’acquisto è messo a dura prova dall’inflazione a livelli record.
Diego Della Valle, amministratore delegato di Tod’s, a “Otto e mezzo”, condotto da Lilli Gruber, ha ricordato che ci sono tanti imprenditori – a differenza di quelli che portano la loro azienda all’estero o si trasferiscono loro stessi per avere vantaggi, a partire da quelli fiscali (come dice il capo dello Stato Sergio Mattarella, “La Repubblica è di chi paga le tasse”) – favorevoli a lasciare il lavoro in Italia, che capiscono le ragioni degli operai e sono disposti ad aiutarli. Ha anche menzionato che una volta il problema dei lavoratori era quello di costruirsi una casa, oggi di mandare il figlio a all’Università o portare l’anziano di famiglia in ospedale a fare degli esami. Della Valle sa bene che il successo delle aziende dei nostri nonni, in particolare quelle della provincia produttiva italiana, quella che lavorava anche il sabato e in alcuni casi la domenica mattina, nasceva da una sorta di amicizia tra proprietario e lavoratore, che spesso erano stati compagni di infanzia e di scuola… uno dei due aveva semplicemente rischiato e aperto l’azienda. Un altro celebre imprenditore come Luca Cordero di Montezemolo, a “Piazzapulita” con Corrado Formigli, affrontando le questioni dell’immigrazione e della mancanza di manodopera nelle imprese nazionali, ha proposto una forte alleanza tra imprenditori e Stato per creare dei grandi centri di formazione sul territorio italiano. Due atteggiamenti collaborativi, meno rivendicativi di quelli sia del presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che pure con sfumature diverse chiede una sorta di patto tra lavoratori, aziende e Stato, sia di quello più massimalista di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil (del resto entrambi rappresentano interessi espliciti).
Giorgia Meloni ed Elly Schlein hanno in comune, oltre al fatto essere le prime donne a guidare, la leader di Fratelli d'Italia il Governo italiano, la seconda il Partito Democratico – il che è un fatto di per sé oltremodo positivo per il Paese - di guardare agli imprenditori non come a degli alleati. Il programma liberale e conservatore dell’inquilina di Palazzo Chigi, tra i tanti punti, prevede stabilità, ammodernamento dello Stato, sussidiarietà. La responsabile del Nazareno, che pure propone temi importanti come il salario minimo, sostanzialmente va più allo scontro con gli industriali senza vedere in essi dei compagni di un percorso condiviso.