Lo sguardo libero

No Tav, sì alla manifestazione in Val di Susa, ma purché democratica

Ernesto Vergani

L’opera è stata decisa da Governi e Parlamenti espressione di libero voto popolare

Dopo il sì del Governo italiano alla Torino-Lione, in attesa dello scontato via libera del Parlamento, la manifestazione dei No Tav di domani in Val di Susa dovrebbe svolgersi in modo democratico.

Il rischio è che parte dei presenti si sentano i giusti della situazione e la contestazione determini disordini e attacchi alle forze dell’ordine. Il valsusino  Alberto Perino, storico leader della protesta, ha freudianamente affermato : “Se vogliono fare dei martiri, ricordino che dei martiri possono esseri pericolosi”. “Martiri”… lo stesso appellativo, la medesima determinazione totalitarista, dei terroristi islamici che compiono stragi in nome del loro Dio.

La Torino-Lione è un opera ratificata dai Parlamenti di Italia e Francia ed è finanziata dall’Unione europea in quanto progetto prioritario delle reti trans-europee (è una tratta del corridoio 5 che unisce Kiev a Lisbona).

Quindi, democraticamente parlando, sembra una minaccia la dichiarazione del comunicato dei No Tav: “Porteremo miglia di persone nella valle, li porteremo a vedere il cantiere sabato pomeriggio. Fermarlo è possibile, fermarlo tocca a noi!”. Purtroppo non lo è: la realizzazione è stata decisa da Governi e Parlamenti espressione di libero voto democratico.

In democrazia c’è liberta di protestare, ma senza offendere e fare violenza, soprattutto essendo consapevoli e responsabili delle proprie azioni. Quindi si spera anche che non ci siano incappucciati, volti nascosti dai caschi e coperture varie: il libero individuo – per sineddoche la democrazia - non ha nulla da temere se rispetta la legge.