Lo sguardo libero

Sì dalla Consulta all’aiuto al suicidio, i laici evitino i toni trionfalistici

Ernesto Vergani

Per i cattolici la vita non è della persona, ma un dono di Dio

La Corte costituzionale, intervenendo circa il processo a Marco Cappato che aveva accompagnato Dj Fabo a togliersi la vita in una clinica svizzera, decide per la non punibilità dell’aiuto al suicidio. Tre le condizioni poste dalla Consulta: 1 – il soggetto deve essere affetto da patologia irreversibile; 2 – le sofferenze fisiche o psicologiche percepite come assolutamente intollerabili; 3 - il soggetto libero e consapevole della propria scelta.

Sembrerebbe tutto, ragionevolmente e umanamente, incontestabile. Certamente sì, con un’ eccezione colossale: quella dei cattolici che sostengono: “La vita non è della persona, ma donata da Dio”. Pensiero anche questo inoppugnabile per chi crede. Che fare? La discriminante può essere, più che il concetto di libertà (base della democrazia), quello di una sua caratteristica secondaria: il pluralismo. Diversamente è difficile non  cadere nel totalitarismo, mutatis mutandis, con un esempio estremo, lo stesso degli Stati islamici che, in nome della fede, obbligano la donna a coprirsi col velo o il burqa.

Dall’altra parte, malgrado il principio dello Stato laico, e proprio per la grandezza della religione cattolica (per non dire di Dio), ci vuole enorme rispetto e si evitino i toni trionfalistici, da giusti iper laici, che rischiano di finire anch’essi nella logica del totalitarismo. Da oggi più liberi, non sono tutti, ma coloro che vogliono esserlo.