Politicamente scorretto

Cinesi, qatarioti e sauditi... i lati oscuri dei tycoons del calcio

L'opinione di Massimo Puricelli

Per meglio comprendere quale sia livello del nuovo entertainment che ha soppiantato il vero football, è necessario conoscere chi siano i nuovi tycoons proprietari delle varie franchigie.
Iniziando dalla serie A, due esempi eclatanti sono le squadre milanesi.
 
L'Ac Milan è posseduto da un fondo speculativo statunitense, Elliott, che ha per core-business l'acquisto di debiti sovrani e quote societarie di aziende in crisi.
Tra i casi più eclatanti le diatribe con il Perù (si arrivò al sequestro dell'aereo presidenziale) e la battaglia economica sul debito argentino (i famigerati "tango-bond") con l'allora presidentessa Kirchner. A seguito del default tutti i creditori accettarono un sconto nel rimborso dei titoli, eccetto il fondo Elliott che intraprese una battaglia giudiziaria conclusasi solo nel 2016 che fruttò 2,4 miliardi di dollari.
Si potrebbe continuare raccontando anche la vicenda del Congo e le innumerevoli acquisizioni a prezzi stracciati di aziende in default in tutto il globo terrestre.
 
La sponda nerazzurra del Naviglio, vede come proprietario il titolare di una delle più importanti aziende cinesi.
Regina degli elettrodomestici ha come proprietario, Zhang Jindong, eminente esponente del Partito comunista cinese, l'oligarchia dittatoriale che ha taciuto per settimane la diffusione del Covid, che vuole eliminare ogni libertà ad Homg-Kong, che vorrebbe distruggere Taiwan, che rinchiude milioni di uiguri in campi di prigionia, che vuole essere il dominatore del mondo con una politica espansionistica commerciale senza precedenti.
Oltrepassando i confini nazionali (seppur sia errato parlare di frontiere i questo mondo totalmente globalizzato), e sbarcando in Inghilterra, patria del "vecchio football", è come cercare un ago in pagliaio trovare un azionista di maggioranza di una squadra di Premier o di Championship.
 
Un passaggio di proprietà imminente sarà quello del  Newcastle United.
Il fondo saudita PIF, il cui CEO è il braccio destro del principe ereditario Bin Salman erede al trono del regno, ha avuto l'ok da parte della Football Association.
L'erede al trono, il principe Bin Salman guida una nazione dove il rispetto dei diritti fondamentali delle persone è alquanto labile (per usare un eufemismo).
Il dignitario arabo ha dichiarato di sentirsi responsabile dell'uccisione del giornalista Khashoggi, barbaramente trucidato e fatto a pezzi da agenti segreti sauditi nel consolato di Istanbul ,nell' ottobre 2018.
Kashoggi considerato un oppositore pericoloso dalla dittatura di Riyad, reo di aver apertamente criticato la mancanza di libertà in Arabia Saudita e la guerra scatenata nei confronti dello Yemen che ha causato migliaia di vittime nella popolazione civile.
Il suo auto-esilio i Turchia, non gli ha garantito la salvezza.
E non è tutto.
 
Il PSG, squadra della capitale francese è detenuta dal fondo qatariota, Qatar Investiment Authority
Di proprietà del governo di Doha, il fondo di investimento ha partecipazioni in decine di importanti aziende multinazionali, tra cui anche numerose banche d'affari come HSBC o Credit Suisse.
Il Qatar viene accusato di foraggiare numerosi gruppi islamisti terroristici tra cui il temibile Isis.
Queste accuse hanno generato la cosiddetta crisi del Golfo con i Paesi limitrofi, Egitto, Arabia Saudita, EAU, Bahrain, che hanno imposto un embargo diplomatico , logistico e economico che dura dal 2017.
Questi sono alcuni esempi che spiegano quale sia il core business del nuovo entertainment pallonaro.
Panem et circenses, direbbero gli antichi romani.
Il vero problema, tuttavia, è rappresentato dal quasi assoluto silenzio di critica e stigmatizzazione per la deriva senza freni del mondo del nuovo football.
E' stata superata anche la questione etica legata alla passione dei tifosi trasformata in fidelizzazione commerciale.
Si è, ormai, raggiunto un livello finanziario e geo politico paragonabile alle pagine più tristi della storia dei conflitti tra potenze mondiali finalizzate all'espansione egemonica in vaste aree del globo.
Quanto sono i distanti le identificazioni comunitarie che hanno  acceso la passione di decine di generazioni di tifosi e simpatizzanti.
 
Oggi, il calcio è una sceneggiatura post- moderna che supera la fantasia spionistica di Ian Fleming.
Non è prevedibile quale saranno gli sviluppi.
Neppure i protagonisti sono in grado di prevedere il loro futuro.
Potrà essere sufficiente la presa di coscienza dei non "omologati" e il boicottaggio ?
Difficile, molto difficile.
Triste destino per la palla di (ex) cuoio che rotola in un campo di (ex) erba rettangolare .