Politicamente scorretto
L'invalido sostituito dal robot: rabbrividente segno dei nostri tempi
Massimo Puricelli
Invalido viene licenziato dall'azienda, perchè verrà sostituito nella mansione che svolgeva da un robot di ultima generazione
Invalido viene licenziato dall'azienda, perchè verrà sostituito nella mansione che svolgeva da un robot di ultima generazione.
Il signor Osmu Labib, privo di alcune dita della mano destra è stato licenziato dalla multinazionale Grief con sede a Melzo (MI), senza alcuna ricollocazione all'interno della ditta.
Il sindacato afferma di non poter agire perchè le regole sono cambiate rispetto alcuni anni fa e l'unica speranza sarà il tribunale del lavoro a cui si è rivolto l'operaio invalido.
Segno dei tempi, è l'espressione utilizzata da più parti, in questa sconcertante vicenda.
Ingiustificabile ingiustizia è il sentimento che si sta diffondendo nella cittadina dell'hinterland milanese e in "rete".
Comunque andrà a finire l'iter processuale, una cosa è certa: venire a conoscenza di certe situazioni è rabbrividente.
La situazione è l' emblema di quale sarà il prossimo imminente futuro che ci attende.
Una persona portatore di invalidità non può godere di quelle tutele che dovrebbero essere garantite in uno stato civile, solidale con un welfare appena, appena decente.
Osservando Osmu e la sua mano menomata non posso non pensare a mio padre che aveva la stesso tipo di mutilazione.
Una menomazione provocata da un incidente di lavoro all'età di 22 anni.
Erano i tempi del secondo dopo guerra, della ricostruzione dalle macerie belliche, dell'inizio del boom economico che portò il nostro Paese ad essere una delle prime potenze industriali ed economiche del Pianeta.
Erano anni in cui la sicurezza sui luoghi di lavoro era una chimera e dove il profitto era un dogma intangibile.
Mutilati e morti per cause lavorative erano un numero notevole.
Ma le ferite non erano solo di tipo fisico, ma, come si può immaginare, di tipo psicologico.
Una depressione profonda che colpì questi lavoratori, seppur con la voglia e la capacità di svolgere il loro lavoro nel migliore dei modi raggiungendo i traguardi professionali ed esistenziali che avevano sognato, progettato, desiderato.
Già, perchè, non tutti gli invalidi civili, da lavoro, di guerra possiedono la tenacia, la capacità di reazione, la "voglia di vivere" di Bebe Vio e Alex Zanardi che sono la più lampante ed emblematico esempio di quella positività che li contraddistingue.
Differenti gradi di invalidità, che il nostro Stato ha sempre risarcito economicamente e, soprattutto, stabilendo a livello normativo, tutele a difesa dei loro diritti e del loro presente e futuro.
Valori, certezze, che ai loro occhi mostravano uno Stato amico, che forniva certezze che le mutilazioni avevano in parte tolto.
"Saldo è lo Stato in cui i cittadini ubbidiscono volentieri" (Cit.Tito Livio). E in quegli anni il nostro Stato era così.
Ora quale genere di Paese è il nostro, che non si erge a difesa delle categorie più deboli, le categorie che dovrebbero essere quelle "protette"?
Rabbrividisco pensando che sovente molti strenui "difensori" della Costituzione la citino per stigmatizzare e bloccare ogni progetto non conforme pedissequamente ai commi dei 139 articoli e si discosti dai suoi dettami, soprattutto in materia politica istituzionale, e non si oda nemmeno un lieve sibilo quando dovrebbero essere difesi i diritti fondamentali del cittadino.
E sì, perchè la nostra Costituzione che sancisce l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge (art.3), la giurisprudenza costituzionale prevede un'uguaglianza sostanziale e non solamente formale.
La seconda parte dello stesso articolo prevede che non è sufficiente trattare le persone allo stesso modo perchè sarebbe impossibile fornire ai cittadini le stesse identiche opportunità.
Per questa ragione è necessario rimuovere i fattori di disparità che impediscono di fatto l'eguaglianza sociale, economica, culturale.
Al signor Labib è stata applicata la seconda parte dell'articolo 3 della Costituzione ?
E ancora.
A tutti i signor Labib, o meglio a tutti i cittadini italiani che sono, ovviamente ed evidentemente, con capacità e caratteristiche differenti, come è la specie umana, viene applicato l'articolo 3 parte seconda della Costituzione ?
Ho il timore che la strada intrapresa ci condurrà in un futuro in cui la Costituzione verrà applicata sempre più la massima, parafrasando la famosa opera Orwelliana, La Fattoria degli animali, siamo tutti uguali, ma qualcuno lo è di più.
Del resto, la società contemporanea è una società "liquida" come fu descritta dal sociologo polacco Z.Bauman, dove l'individualismo ha sostituito il concetto di comunità, dove il prossimo non è più un compagno di strada , ma un avversario, un antagonista da cui guardarsi e di cui non fidarsi; dove non vi sono più punti di riferimento, la certezza del diritto e dei rispetto dei diritti, dove lo stato nazionale attraversa una crisi profonda che non garantisce più la risoluzione dei problemi dei cittadini; dove la globalizzazione e le istituzioni sovranazionali hanno portato una profonda incertezza, dove tutto è "liquido".
I padri costituenti si stanno rivoltando nella tomba.