Ascolti tv, TG Rai, la parola d’ordine è "ringiovanire"
Gli ascolti sono sempreverdi, il pubblico un po’ meno
I dati pubblicati sono a cura di Anthony Cardamone, responsabile ricerche del colosso pubblicitario Omnicom Media Group.
La Rai sta affrontando una stagione autunnale in salute e i dati di ascolto sono positivi per molti programmi e contenitori di informazione. Le ultime rilevazioni Auditel segnalano anche un andamento tutto sommato positivo per i vari telegiornali del Servizio Pubblico, con le recenti nomine dei nuovi direttori che stanno influendo relativamente sui trend d’ascolto dei TG. Iniziamo l’analisi con il telegiornale della rete ammiraglia, il TG1: passato sotto la guida dell’ex caporedattore del TG2 Giuseppe Carboni, tra settembre e la prima parte di novembre – ovvero nel pieno del passaggio di consegne tra l’attuale direttore e Andrea Montanari – ha registrato nell’edizione delle 13.30 una share media del 21.9% grazie a 3.349.671 spettatori abituali. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno la share è rimasta invariata, mentre l’audience è in leggero calo del 3.2%. L’edizione più seguita in assoluto è però quella delle 20.00, con il 23.6% di share e poco più di cinque milioni di telespettatori; rispetto al periodo omologo del 2017 l’audience è scesa dell’1.8%, mentre la share è aumentata dello 0.4%. L’elemento per cui il nuovo direttore Carboni dovrà avere un occhio di riguardo, però, è il profilo dei telespettatori: in entrambe le edizioni il pubblico è prevalentemente femminile (il 60%), mentre per ciò che riguarda l’età l’edizione delle 13.30 è seguita per il 75% da over55, dato che scende leggermente al 73% in quella delle 20. Dal punto di vista geografico, il TG1 è seguito maggiormente nel Centro (24% di share nell’ora di pranzo, 27% la sera) e al Sud (25% alle 13, 24% all’ora di cena).
GIUSEPPINA PATERNITI
Spostando l’attenzione sul TG2 del nuovo direttore Gennaro Sangiuliano, invece, il trend è ben diverso tra l’edizione delle 13.00 e quella 20.00: all’ora di pranzo la share media tra settembre e la prima metà di novembre è stata del 15.2% grazie a 2.132.720 telespettatori, mentre la sera è stata del 7.4% con 1.720.952 individui all’ascolto; quello che colpisce, però, è la variazione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con l’edizione delle 13.00 in crescita dell’1.7% in termini di audience e dello 0.8% in termini di share e l’edizione delle 20.30 in calo rispettivamente del 5.2% e dello 0.1%. Per ciò che riguarda il profilo del pubblico, il successore di Ida Colucci dovrà prestare attenzione quanto il collega del TG1: l’edizione delle 13.00 è seguita per ben il 79% da over55, risultato che in quella serale cala al 62%. Il pubblico vede una leggera prevalenza di donne (58% di giorno, 52% di sera) e in entrambi i casi ha meno presa sui telespettatori del Sud, specialmente in Campania e Sicilia.
Gennaro Sangiuliano
Concludiamo l’analisi con Rai 3: la nuova avventura di Giuseppina Paterniti, ex vicedirettrice della TGR, parte da buoni presupposti, con sia l’edizione delle 14.20 che quella delle 19.00 in crescita. Rispetto a settembre-metà novembre dell’anno scorso l’edizione del primo pomeriggio cresce del 5.5% in termini di audience e dell’1.1% in termini di share, grazie all’attuale media dell’11.3% di share dovuta a 1.626.985 telespettatori. L’edizione delle 19.00 registra invece una media dell’11.2% di share – crescita dello 0.7% – grazie ai 1.815.075 spettatori abituali che valgono un aumento del 2.6% rispetto al 2017. Il discorso però non cambia sul profilo dello spettatore: il 78% dell’audience delle 14.20 è composta da over55, dato che sale fino all’80% in quella delle 19.00. In entrambi i casi la prevalenza femminile è più leggera (54% nel primo pomeriggio e 53% nel pre-serale), con la Liguria che rappresenta la regione con maggior seguito. La TGR del confermato direttore Alessandro Casarin, in onda sempre su Rai 3 nelle varie edizioni regionali, mantiene il trend positivo del terzo canale: nel periodo considerato la share media alle 14.00 è del 15.9%, mentre alle 19.30 è del 12.8%; rispetto allo scorso i numeri di entrambe le versioni del TG sono in crescita, con l’audience in aumento dello 0.7% nel primo pomeriggio e del 5.4% nel pre-serale e la share in salita rispettivamente dello 0.6% e dell’1.1%. Di nuovo, però, il direttore dovrà prestare attenzione al profilo: gli over55 corrispondo al 78% del pubblico nella prima edizione, al 76% nella seconda. Come negli altri casi v’è una leggera prevalenza femminile (circa del 55% in entrambi i casi), mentre la regione più affine è la Liguria.
Dalle parti di Viale Mazzini possono sicuramente dirsi soddisfatti di questi risultati ma, guardando ai profili, notiamo che la maggioranza del pubblico abituale è piuttosto in là con gli anni. La parola d’ordine quindi deve necessariamente essere «ringiovanire», ma non è una sfida semplice perché bisogna mantenere anche il pubblico esistente. Lo svecchiamento è un leitmotiv di cui si parla da 30 anni ma, di fatto, la Rai sta invecchiando con il proprio pubblico. Per fare un esempio, Rai 2 – storicamente – è sempre stata destinata a questo scopo, ma gli esiti da questo punto di vista sono stati molto incerti e di programmi d’informazione ‘giovani’ non si ha memoria. Rai 1 e Rai 3, invece, presidiano bene il rispettivo territorio, ma sempre orientati a un target over55. In un’epoca in cui vediamo conduttori androidi in Cina e la CNN investire enormi risorse negli studi digitali, la tv pubblica ha la necessità di reinventarsi e di stare al passo coi tempi. Da questo punto di vista, l’esperienza di Rainews24 può rivelarsi formativa: il direttore Antonio Di Bella ha portato sul piccolo schermo una rubrica che prende il nome da una famosa app di messaggistica, ‘Telegram’, che è a tutti gli effetti un ibrido fra ‘vecchia’ tv generalista e i nuovi linguaggi tecnologici. Il programma ha dato molto spazio alle interazioni col pubblico dei social media, tanto che ogni puntata è preceduta da una diretta Facebook che assume la funzione di preview dei temi trattati in studio.
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