Prima serata
Ascolti tv, Zoro e la difficoltà di ironizzare sul cadavere della politica
Ascolti tv Auditel, il difficile compito del fenomeno Zoro
Zoro in arte Diego Bianchi ha un compito difficile. Dopo il 4 marzo deve raccontare, di fatto, le fasi estreme e più sanguinanti di un malato terminale della politica, il Partito democratico, dosando una esigenza di informazione primaria combinata però con l’ ironia, il sarcasmo e i paradossi retorici propri della comicità.
Un compito ingrato raccontare questa fase, poiché non c’è niente di piu perbenista, conformista e culturalmente piccolo borghese del PD in versione renziana. Sarebbe difficile perfino per lo scrittore Hans Magnus Enzensberger che già qualche lustro fa sui vizi ‘petit bourgeois’ della gauche si era cimentato con geniale lucidità e visionarietà. Immaginiamo le sue bellissime poesie politiche alle prese con le gesta di Lorenzo Guerini, Davide Rosato, Alessia Morani…..
Non che sugli altri versanti, siamo messi meglio. La satira anti-regime già boccheggia visto che gli spunti per prendere di mira Di Maio (le gaffes geografiche) e Salvini (gli amori televisivi, i servizi fotografici azzardati ) stanno già estinguendo il loro potenziale sovversivo e non ne vediamo di nuovi . Sarà dunque una sfida per un programma sofisticato come ‘Propaganda Live’, in onda di venerdi’ in prima serata su la 7, scritto e concepito per giocare sulle sfumature, le battute argute, le punture di spillo, raccontare questa avanzamento verso il baratro di un soggetto politico ma soprattutto della sua tradizione culturale e sarà una impresa cimentarsi con i nuovi potenti.
Paolo Virzì
Ieri sera, per farvi un esempio, la prima parte della puntata era impostata sulle trattative per il nuovo governo, e veniva introdotta da un simpatico e ben montato servizio sulla manifestazione vinicola in corso in questi giorni a Verona, affollata di leaders nazionali . Il pezzo era (come d’abitudine) inframezzato dai commenti fulminanti di Zoro (e dalle inquadrature omicide dell’inviato) funzionali a smontare l’autorevolezza dei nuovi capi come Di Maio e Salvini, impegnati a sorseggiare vini e rilasciare dichiarazioni sul nulla. Non meno doloroso (per il target di riferimento) il successivo servizio che immortalava un ‘auto da fé’ del renzismo, messo in scena dal regista Paolo Virzi, in una sede storica del partito a Livorno, che più efficace nella sua drammaticità non poteva risultare.
Claudio Amendola
Ma il piatto forte della serata e’ stato però il comico Claudio Amendola, un tempo icona della sinistra ora convertito al salvinismo . Obiettivamente , un bel colpo per la trasmissione. La notizia c’era tutta e bene hanno fatto gli autori a valorizzarla. Esigenze di scaletta hanno fatto si che dal momento in cui l’ospite veniva introdotto fino all’inizio dell’intervista passassero molti minuti, forse la curiosità del telespettatore andava saziata da subito. Tant’è . Non ci è voluto comunque molto a cogliere la strategia dell’ospite . In fondo, sapeva di nuotare nel cuore simbolico di un territorio che aveva tradito, e quindi era costretto a giocare in difesa (immaginiamo che gli uffici marketing dei produttori dei suoi film gli abbiano detto che difficilmente orde di leghisti diventeranno suoi fan). Manifestava il proprio disagio piu che attraverso le parole, nel linguaggio del corpo. Era nervoso, quasi cinetico, accavallava e scavalla continuamente le gambe, si toccava. Il comprensibile copione che interpretava inscenava il ruolo dell’ex militante disorientato e tradito da un partito nel quale non si riconosceva più; spalleggiato in questo dal musicista Daniele Silvestri (siamo disorientati ripeteva l’autore di ‘Salirò’ riecheggiandolo). Tutta l’intervista veniva giocata proprio sul tema del linguaggio: il rapporto coi social dell’attore romano la chiave estetica per narrare la transizione di un simbolo.
Daniele Silvestri
Ma mentre il conduttore lo stimolava con battute e freddure, l’attore si rivelava abbastanza reticente nelle vesti di maitre a penser del neofitismo leghista forse perché – a differenza del piu volte citato Nanni Moretti – la sua critica si e’ spinta troppo oltre, fuori dal recinto della sinistra simbolica che pure vive di conflitti e faide, ma sempre comunque in un ambito identitario. Ottimo e ben cadenzato il contributo degli opinionisti in studio come Marco Da Milano, storico volto del format che scandisce i momenti alti della trasmissione senza mai professoreggiare, e anche di Francesca Scianchi della Stampa che fornisce spunti di lettura dei fenomeni politici in un linguaggio irriverente, ma non per questo meno efficace.
LA TRIBU' COLTA DI PROPAGANDA LIVE
"Propaganda Live”, condotto da Diego "Zoro" Bianchi è in onda su La7 (rete diretta da Andrea Salerno) a partire dal 29 settembre 2017, il venerdì sera in prima serata. È “l'erede” di Gazebo andato in onda su Rai 3 dal 2013 al 2017; rispetto al programma di R3 le novità sostanziali sono (oltre al cambio di emittente) la fascia oraria di prime time e la durata (superiore a 3 ore) .
Il programma finora ha ottenuto un risultato di ascolto di 653.200 spettatori, pari al 3,4% di share; partito in sordina (nel 2017 media di 536k spettatori e share 2,8%), a partire da febbraio 2018 ha visto crescere i suoi ascolti nel primo trimestre del 2018 (insieme agli ascolti di La7, in netta ripresa dopo un periodo di audience sotto le aspettative), con un picco di 936 mila spettatori (share 5,3%) per la puntata del 30 marzo, e una media 842 mila spettatori (4,5%) a marzo.
I numeri di questa edizione non sono lontani da quelli realizzati in Rai da Gazebo, ma il confronto è impari: sulla terza rete Rai infatti, Gazebo era programmato in seconda serata (media ultima edizione 631 mila spettatori, share 3,5%). La striscia nel preserale (Gazebo Social News) era seguita in media da 1,35 milioni di spettatori e segnava il 5,6% di share.
Il profilo dello spettatore di “Propaganda Live” secondo i dati rielaborati da Anthony Cardamone a capo del settore ricerche e analisi media della multinazionale pubblicitaria Omnicom Media Group in collaborazione con l’agenzia di comunicazione Klaus Davi and company vede l’emissione leggermente preferita dagli uomini (U51,5%, D48,5%); nella fascia 25-34 anni raggiunge il 3,6% di share, superando la media di ascolto degli individui; il 57% dell’audience ha però più di 55 anni. Massimo seguito nel Lazio (share 5,7%) e superiori alla media i dati di Liguria (4,9%) e Toscana (4%); sotto la media Calabria, Campania e Sicilia (2,2%). Affinità molto alta sul target laureti, su cui raccoglie l’8,5% di share.
Spigolature
Su Rai 1, rete guidata da Angelo Teodoli, La Corrida, seconda puntata (live), ha registrato 5.071.000 telespettatori, share 23,48%. In calo rispetto la prima puntata, ma comunque un ottimo risultato.
Carlo Conti
Non brilla, su Rai Due, rete diretta da Andrea Fabiano, l’esperimento Quelli che ... dopo il Tg striscia condotta dai comici Luca e Paolo che ha registrato 976.000 telespettatori, share 3,99%.
Servizi incalzanti, attenzione al costume e alla cronaca, politica risotto al minimo indispensabile ‘blindano’ gli ascolti di Studio Aperto, diretto da Anna Broggiato, che alle ore 12:25, su Italia Uno, totalizza un ascolto di 1.183.000, con il 10,79% di share.