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Rocca sbrocca
"Vaccino, ecco perché dico di no": parla un luminare italiano in Florida

Teoria che vedo plausibile anche se negata da molti miei colleghi a livello internazionale. L'RNA messaggero si potrebbe replicare all'infinito non avendo un elemento di feedback negativo di autoregolazione e potrebbe perpetuamente permettere la produzione a livello ribosomale di spike proteins che con il tempo potrebbero diventare aberranti nelle loro caratteristiche proteiche, stimolando la produzione di anticorpi con attivazione del complemento e attivazione chemotattica di cellule infiammatorie innestanti una bufera citochinica producenti lesioni autoimmunitarie delle più svariate contro il proprio stesso corpo e organismo che le ha prodotte. La possibilità esiste e spetta alle case farmaceutiche negarne tale possibilità attraverso studi di ricerca appropriati. 

Se poi qualcuno avesse sete di dettagli piu’ scientificamente sviluppati e presentati, Il dottore Massimo Coppolino, Biologo Molecolare ed ex ricercatore sia di neurobiologia che di genetica, evidenzia, elegantemente, dopo diversi mesi di studio sul meccanismo di sintesi della proteina “Spike”, attraverso incredibili ed estesi lavori di ricerca in vitro, confermati da uno studio di ricerca americano, informazioni immuno-istochimiche e citogenetiche comprovanti la possibilita’ di effetti collaterali a lungo termine.

Ecco perché non capisco come ci si possa affidare unicamene ad una terapia vaccinale sperimentale non approvata completamente dall'FDA per cercare di controllare e sconfiggere il SARS COV-2 virus, e di cui non penso che sia la strategia e terapia appropriata.

L'efficacia del vaccino Pfizer, il British Medical Journal, la descrive in un range  tra il 19-29 per cento, quindi non parliamo neanche del 50 per cento di efficacia, necessaria per ricevere una appropriata licenza vaccinale, laddove stanno già parlando di un addizionale richiamo che potrebbe esporre i già vaccinati ad ulteriori effetti collaterali.

Il SARS COVID-2 ha una mutabilità antigenica della membrana capsidica virale superiore a 400 variazioni fenotipiche che rendono virtualmente impossibile trovare un antigene stabile al quale rivolgere la risposta vaccinale anticorpale. I coronavirus sono virus a RNA a singola elica di cui vaccini sono stati tentati gia’ per circa un decennio ma senza alcun successo a causa della loro mutabilità. Ribadendo il concetto, in questo ultimo decennio sono stati tentati diversi esperimenti vaccinali che non hanno apportato alcun risultato degno di assurgere a validazione scientifica e adesso in un anno la comunità medico scientifica pensa di risolvere l’ esistente diatriba vaccinale sui Coronavirus? Nella mia opinione clinico-scientifica personale ritengo che sia la prevenzione chimica primaria che il trattamento medico “immediato”, secondo protocolli attualmente disponibili ma non appropriatamente considerati, nonostante la loro efficacia, sarebbero il giusto iter da seguire.

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