Melbourne, 18 apr. (askanews) - E' un approccio olistico, profondamente centrato sulle persone, quello per la cura degli anziani in Australia, fiore all'occhiello di un welfare ritagliato su misura. A Melbourne, dove la comunità italiana è numerosa, Il Coasit, Comitato per l'Assistenza degli italiani, offre servizi attraverso una serie di programmi che vanno dall'assistenza domiciliare ai gruppi di supporto sociale e individuale che aiutano gli italiani a socializzare e a mantenere la propria lingua madre. Il Coasit collabora con le istituzioni australiane per adattare i servizi alle esigenze specifiche della comunità italiana. Con una precisa filosofia. Caterina Naimo è in Australia dal 1953 e da tempo usufruisce dei servizi forniti dal Coasit: "E' bellissimo davvero questo servizio, senza non sarei potuta uscire di casa", dice. Caterina riceve l'aiuto in casa di volontari e operatori del Coasit, anche per fare shopping e per le pulizie. "Mi fanno anche il giardino - aggiunge - buonissimo proprio". Un servizio totalmente gratuito. ""Abbiamo anche la carta per il taxi se dobbiamo andare in qualche posto e non si paga. E' magnifico proprio".Il leggendario welfare australiano si fonda sulla sinergia tra pubblico e privato, tra la comunità e le istituzioni.Elisa Rapetti, support worker presso il Coasit: "Il governo qui fa in modo di mantenere gli anziani a casa al posto di lasciarli andare nelle case di riposo. A seconda dei bisogni di ciascuna anziano, offre diversi pacchetti di servizio.Concetta Tartaglia, regional coordinator dei volontari del Visitation program per gli anziani, iniziato quaranta anni fa. "La prima visita è stata fatta nel febbraio del 1985. Questo programma è iniziato con cinque volontari. Adesso siamo arrivati a 220 e cerchiamo sempre di crescere". Sono tanti i volontari che partecipano. "Abbiamo molte richieste, molta gente generosa che ha tempo da dedicare alle persone più in difficoltà".Concetta Gerratana, assistente presso i gruppi di sostegno sociale, spiega che cosa significa per gli anziani partecipare alle attività: "Sentirsi vivi, sentirsi ancora utili, avere i loro movimenti, con le mani, con la mente, ed è bello vederli, molto bello. A mano in particolare il canto e il ballo. Basta che c'è un po' di musica li vedi muovere sulle sedie.Irina Milillo, 83 anni, nata a Lipari, è entusiasta: "Che cosa mi piace di più? Cantare, ballare, scherzare congli altri, il personale. Io mi diverto un mondo. Vorrei stare qui dalla mattina alla sera".Oltre ai servizi finanziati dal governo, il Coasit assiste la comunità anche supportando decine di circoli pensionati in tutto il Victoria. Anna Maria Zino è una volontaria del Circolo di Camberwell. "E' un'altra cosa vedersi di persona. E' importante stare insieme con le persone della nostra età, perché ci capiamo l'una con l'altro". Ma anche attraverso Cute, l'Università della Terza Età. Il Coasit segue 7 classi a Melbourne - spiega Stefano Ioele, insegnante del Coasit per l'Università della Terza età - persone che si sono trasferite qui nel secolo scorso che non hanno potuto accedere all'istruzione di base o avanzata e che ora in età avanzata vogliono recuperare un po' di cultura e istruzione. Offriamo queste lezioni interattive, parliamo di musica e di cultura generale: le lezioni sono molto simpatiche".A spiegare la filosofia che ispira questa iniziativa è Francesco Pascalis, coordinatore dell'Università della Terza Età. "Il Coasit non è impegnato solo a fornire servizi di assistenza sociale ma anche e soprattutto valorizzare l'identità culturale italiana attraverso anche servizi di natura culturale".