Culture

Il Perugino a Perugia, per riscrivere la storia del Rinascimento

 

Perugia, 4 mar. (askanews) - La Galleria nazionale dell'Umbria di Perugia celebra Pietro Vannucci, conosciuto come il Perugino, nell'ambito degli eventi per i 500 anni dalla morte dell'artista. Lo fa con una serie di capolavori, come una nitidissima Pietà o il famoso Sposalizio della Vergine che ispirò Raffaello, che compongono la mostra "Il meglio maestro d'Italia", che il direttore del museo Marco Pierini, co-curatore dell'esposizione con Veruska Picchiarelli, ha immaginato come un modo per restituire a Perugino il posto che gli spetta nella storia dell'arte."Il problema della storiografia - ci ha detto Pierini riferendosi esplicitamente a Vasari - è stato quello di considerarlo un grandissimo allievo di Verrocchio e un grandissimo maestro per Raffaello, ma di non avere considerato che nel mezzo tra questi due momenti c'è l'attività di un pittore che è stato il più richiesto da Papi e da governanti di tutta Italia. Tanto che Ludovico il Moro, che non era l'ultimo venuto, non è riuscito ad avere una sua opera; Isabella d'Este ci ha messo sette anni. Perugino era l'artista più richiesto, forse il più famoso, sicuramente il più imitato per un quarto di secolo".Da qui il titolo della mostra, che riprende una definizione del banchiere Agostino Chigi, e da qui anche la volontà di collocare Perugino nel suo tempo, accanto ad altri artisti dell'epoca. "Guarda ai fiamminghi, guarda Verrocchio, guarda i suoi contemporanei. Lui guarda tutti - ha aggio sto Pierini - solo che mentre il 99% dei pittori, anche del suo tempo, quando guarda cerca di imitare, lui quando guarda assimila, e quindi diventa tutto suo".Da questa appropriazione nasce uno stile che, pur essendo molto riconoscibile, forse è diventato addirittura troppo perfetto, e questo potrebbe avere influenzato il giudizio storico su Perugino. "Si può pensare - ha concluso il direttore della GNU - tanta è la perfezione di Perugino nel disegno, nel colorito così fuso e così unito, nella simmetria e nell'ordine di quello che è chiamato proto-classicismo, si può magari pensare che la pittura di Perugino manchi di carattere. Ma in realtà il suo carattere è proprio lì".Un carattere che a Perugia si può ammirare anche nel Nobile collegio del cambio, dove un'intera sala affrescata dal Perugino porta i visitatori ancore di più all'interno del suo mondo pittorico. In un'esperienza che amplifica il riverbero della mostra, aperta al pubblico dal 4 marzo all'11 giugno.