Fabio Bocchiola, AD Repower Italia, ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani.it: “I punti chiave del V White Paper sulla mobilità elettrica sono relativi all’inquadramento, nel primo capitolo, sui trend del settore; un focus sul Covid come protagonista che ha generato una rivoluzione all’interno di tutto il sistema mobilità in questo anno e tutto quello che è il mondo dell’innovazione, che è stato notevole, per finire con un ultimo capitolo di curiosità: fake news e tutto ciò che ruota intorno al settore della mobilità sostenibile.
Per sensibilizzare i cittadini al cambio di marcia, la forte riflessione che la pandemia ha generato, ha permesso di fare un’analisi profonda su quelle che sono le reali necessità di movimento, sia in ambito urbano che extraurbano. In una società come la nostra che vive di mobilità elettrica ormai da più di 10 anni è più un problema di mentalità ed approccio all’auto come status symbol che in realtà è già decaduto prima della pandemia che ha semplicemente esasperato questo aspetto. Oggi abbiamo a disposizione molte possibilità diverse per muoverci e, grazie allo smart working, in realtà abbiamo meno bisogno di percorrere distanze lunghissime, c’è questa teoria del tutto a 15 minuti di distanza dal luogo in cui mi trovo. Ci siamo resi conto come questo sia possibile, in una città come Milano molto avanzata per le alternative di mobilità. Sono aumentati il tragitto a piedi ed enormemente il tragitto con il monopattino, che è diventato un mezzo di trasporto onorevole al pari di un autobus. Già prima avevamo queste possibilità, la pandemia ha fatto abbassare, per esempio, l’utilizzo dello sharing, ma sono fenomeni che a mio avviso tenderanno a riequilibrarsi negli anni, quello che rimarrà è la varietà e la differenzazione del mezzo: usare il mezzo più efficiente per ogni spostamento. Avere delle auto ferme per il 95% del loro tempo, che occupano una superficie gigantesca in ambito urbano è ormai un lusso che non possiamo più permetterci.
Siamo alla V edizione del White Paper ed ognuno di essi tende a sottolineare gli aspetti principali, la IV edizione sottolineava di più il design e le smart cities mentre questo si è focalizzato sugli effetti della pandemia, con un punto fondamentale sull’innovazione della mobilità. Stiamo tirando le somme di un’evoluzione che è partita 10 anni fa; per dare un dato le batterie sono diminuite di costo dell’87%, vuol dire che mentre un’utilitaria costava 35 mila euro nel 2010 e si paragonava ad un auto a benzina da 10 mila euro, oggi i costi sono confrontabili e questo grazie al mondo delle batterie. Se consideriamo che il 5% delle auto cinesi sono elettriche (1.380.000 auto elettriche) è impressionante confrontato con l’Italia, dove si sono venduti 1.380.000 veicoli ma non elettrici (60.000 circa) è una proporzione diversa, noi abbiamo lo 0,5% di veicoli elettrici. C’è un trend di crescita elevato, e la Cina è un esempio di come noi saremo nei prossimi anni. Quindi questa edizione si è focalizzata sui passi concreti che sono avvenuti nel mondo della mobilità.”
Bocchiola prosegue, spiegando ai microfoni di Affaritaliani.it quali possono essere le prospettive future sotto l’aspetto della mobilità: “Nel futuro prossimo i passi da compiere sono il concretizzarsi e il mettere a termine gli elementi che sono già pronti a livello tecnologico. La mobilità elettrica non sarà sostitutiva di qualcosa, ma integrativa di qualcos’altro. Non si andrà a sostituire le auto diesel con quelle elettriche, questo purtroppo è quello che immaginiamo, così come non sostituiremo il benzinaio con un benzinaio elettrico, la realtà è che esiste una cosmografia di diverse mobilità e l’auto elettrica si inserirà con diverse modalità di ricarica, per esempio. Questo è uno degli elementi più interessanti, il passo che mi aspetto è di avere una pianificazione di una mobilità più articolata, con un elemento che ormai sembra scontato, ma che per me è giusto sottolineare e cristallizzare come un punto di arrivo importante: la sostenibilità e la circolarità. Avere una vision permette di progettare e di andare a recuperare quei fondi che l’Europa ci ha messo a disposizione, che senza progettazione non riusciremmo ad attivare. È importante anche in virtù di un paese come il nostro che manca di risorse pubbliche, i nostri comuni non hanno un budget che possono investire su reti infrastrutturali per la mobilità, dobbiamo per forza attingere dall’imprenditoria privata che, non dimentichiamoci, essere molto ricca in Italia. Dobbiamo attingere da questa imprenditoria e far si che diventi investimento sul nostro territorio. Le prospettive per Repower sono di continuare il percorso di innovazione. In questi 10 anni abbiamo continuamente sperimentato l’innovazione nel campo della mobilità, degli strumenti di ricarica affiancati alla digitalizzazione, non solo per il mondo auto, ma anche per il mondo bike per esempio. Addirittura siamo andati a sviluppare un modello di barca elettrica, sulla base del taxi veneziano, già funzionante sul lago di Garda. La differenza tra inventare ed innovare è che l’innovazione attinge da qualcosa che esiste già trasformandolo in qualcosa di fruibile. Per noi che siamo nati come società di servizi, trasformare un prodotto fisico in un servizio è un aspetto sul quale ci siamo sempre concentrati. Spingeremo molto sulla mobilità su ciclovie che si stanno già sviluppando, ma c’è bisogno di una condivisone comune, le innovazioni diventano tali se sono condivise, piuttosto che sulla mobilità elettrica relativa all’auto, cercando di innescare un processo di reti tra tutti coloro che hanno un punto di ricarica, per offrire al driver l’opportunità di avere un servizio di alto livello."
"L’auto elettrica ha questa difficoltà – conclude Bocchiola con una riflessione – quella della ricarica che spesso è lenta, ma anche questo è un mind set, siamo abituati al pit-stop stile Formula 1, vado dal benzinaio e riparto per altri 500km, l’auto elettrica ha un difetto che per me è un pregio: il fatto che posso ricaricarla in maniera molto lenta, ma se consideriamo che un essere umano dorme almeno 8 ore, in quel momento tutti noi possiamo dar tempo alle nostre auto di ricaricarsi senza avere nessun costo eccessivo, nessun impatto sulle infrastrutture, né tantomeno un impatto devastante a livello ambientale.”