Coronavirus

Antonella Viola: equilibrio e competenza. L'immunologa che conquista l'Italia

di Gabriele Penna

PERSONAGGI EMERGENTI/ Tarantina trapiantata a Padova, mai allarmista né riduzionista. E ha salvato un ragazzo da 45 giorni in isolamento

Antonella Viola// L’immunologa che si fa capire e resta equilibrata

Preparata, equilibrata, comprensibile. È Antonella Viola, volto ormai noto della televisione italiana. Col suo viso dolce e la erre moscia, ma soprattutto con la sua grande competenza, conquista i telespettatori e buca il video tanto che i talk se la contendono. Autorevole e mai stucchevole, guida un gruppo di ricerca e insegna Patologia Generale all’Università di Padova. Tarantina trapiantata in Veneto, in questi mesi di emergenza sanitaria non ha mai preso posizioni radicali, distanziandosi dall’allarmismo e dal riduzionismo di altri suoi colleghi. 

Dopo la laurea in Scienze biologiche a Padova e il dottorato di ricerca, svolge quattro anni di post-doc all’Istituto di ricerca di Basilea. Nel 2014 riceve il premio da 2 milioni e mezzo di euro dal Consiglio Europeo della Ricerca per il progetto Steps sulle difese immunitarie contro il cancro che decide di investire per la ricerca all’Istituto Veneto di Medicina Molecolare di Padova. È direttrice del laboratorio di Immunità adattativa presso Humanitas-Università di Milano, è membro del comitato scientifico Airc, revisore per la Commissione Europea dei progetti Ue di eccellenza scientifica. La lista dei suoi titoli e del suo impegno proseguirebbe ma per esigenza di sintesi ci fermiamo prima.

Antonella Viola// L’attenzione alla politica e la sua vita privata

Dalla sua pagina Facebook emerge l’attenzione alla politica e ai conflitti socio-culturali: sul suo profilo pubblica la copertina di Charlie Hebdo il giorno dopo l’attentato alla redazione del giornale satirico francese nel 2015. Ma anche l’immagine di una donna palestinese e un uomo israeliano che divisi da un muro si baciano in nome della pace, il che svela la sua sensibilità per la questione palestinese e medio-orientale nel suo complesso. Sposata con due figli maschi di 19 e 21 anni. Suo marito, fiero uomo di sinistra,

marito viola
 

è immortalato in una foto pubblicata dalla stessa Viola, sotto l’effige di Enrico Berlinguer. Una bandiera ammainata del Partito Democratico, a margine della foto, e un bicchiere di vino rosso completano la cornice. Sul potere scrive: “Potere o potenza? Il potere è per definizione ’su’ qualcuno e ha bisogno esclusivamente della forza per imporsi. La potenza invece è "a favore di" qualcuno ed ecco su cosa si fonda: da un lato la verità, quindi la conoscenza, che illumina e rende liberi e capaci di ‘vedere’ nel buio, dall'altro il merito, un libro che portiamo con noi ma dobbiamo tenere chiuso, altrimenti il merito diventa vanagloria. Chiediamoci se vogliamo governi, politici, manager, dirigenti o accademici con potere o con potenza. E chiediamoci se vogliamo esercitare l'uno o l'altro”.

Antonella Viola// La sua ricetta per combattere il Covid-19. Così ha liberato un ragazzo in quarantena da 45 giorni

Che cosa può fare di più il governo per contenere il virus? Per Antonella Viola deve assolutamente “testare! E affiancare ai tamponi i test rapidi!”, “aumentare le corse dei mezzi pubblici”, “incrementare i controlli”, “impedire manifestazioni e situazioni, festival e feste, “i colloqui a scuola con i genitori (da fare per via telematica!)”. Che cos'altro può fare di più la collettività per contenere il virus? Per Antonella Viola noi tutti dobbiamo assolutamente “stare a casa se abbiamo sintomi e avvertire il medico”, “usare la mascherina in modo corretto”, “scaricare Immuni”, “andare a cena in piccoli gruppi, mantenendo le distanze”, “non organizzare feste, “se invitiamo persone a cena facciamo in modo che sia garantita la distanza al tavolo”.

Viola è stata anche protagonista di una storia singolare: ha risolto un caso clinico complesso, una situazione da lei stessa definita “assurda”, che dimostra quanto sia importante da parte dei medici un'attenta analisi dei dati a disposizione e un'approfondita riflessione sul tema della contagiosità dei malati di Covid-19. Una donna le ha scritto una mail raccontandole la vicenda che ha colpito il figlio, un ragazzo di 22 anni rimasto ostaggio di un tampone che continuava a risultare positivo dopo 45 giorni di isolamento, nonostante il giovane non presentasse più sintomi da settimane.

Una mail che “mi ha profondamente colpito”, ha raccontato l'immunologa. “Ho sentito come mia l’angoscia della madre preoccupata per la salute mentale del figlio”. E così la scienziata si è interessata in prima persona, contattando la Asl di riferimento e facendo eseguire al ragazzo un test rapido che lo ha liberato da una quarantena infinita.

Come infatti Viola ha spiegato a Radio 24, il tampone risulta "positivo con ciclo 39, che è una cosa un po’ tecnica ma significa che lì non c’è il virus, bensì tracce di Rna rimaste nel naso, praticamente rumore di fondo". Se il tampone risultasse positivo al 20esimo ciclo, l'solamento sarebbe "giusto, e bisognerebbe però anche aiutare il ragazzo a combattere l’infezione, non solo isolarlo"

Ma il caso di questo ragazzo non è l'unico. "Mi scrivono tante persone sequestrate in casa da mesi che continuano a fare il tampone e il tampone continua a risultare positivo. Ma dopo 15 giorni solo in meno del 6% delle persone si trova del virus vivo e in quantità così basse che non sono assolutamente contagiose. Noi stiamo bloccando persone in casa per mesi, con l’impatto che questo ha sull’economia e sulla salute mentale di queste persone, e poi continuiamo a fare tamponi che non servono a niente".