Coronavirus
#Bastalockdown: la protesta esplode sui social network
Su Twitter migliaia di utenti affermano la loro avversione alle misure restrittivi per ridurre i contagi da Coronavirus
#Bastalockdown: l'hashtag ha scalato le classifiche delle tendenze su Twitter. Il social network si divide
Gli italiani sembrano ormai esausti dalle misure restrittive decise dal Governo per ridurre i contagi da Coronavirus. Milioni di persone chiedono di poter muoversi liberamente, incontrare le persone care senza regole precise su dove e quando, poter uscire, andare al ristorante e riaprire la propria attività. La conferma arriva dalla grande popolarità di #Bastalockdown, la protesta social che è esplosa su Twitter. L'hashtag è attualmente nelle prime tre posizioni tra le tendenze.
Un anno di diritti e libertà negate.
— Leonardo Bianchi (@LeoWh1te_) February 1, 2021
Un anno di morti innocenti per protocolli errati.
Un anno di folli #DPCM da regime autoritario.
Un anno di migliaia di famiglie restate disoccupate per inutili chiusure.
Un anno di bambini senza scuola.
Ecco cos'è il #lockdown.#bastalockdown
Gli utenti si dividono tra coloro che vorrebbero una maggiore libertà in termini di spostamenti, lavoro e contatti umani e chi sottolinea che un vero e proprio lockdown come quello affrontato da marzo a maggio 2020 non è più stato messo in atto, sebbene sia stata introdotta la formula dei colori per le Regioni (rossa, arancione, gialla e bianca).
#BastaLockdown è una gran cazzata. Il lockdown ha fermato il virus. Semplicemente, non lo ha cancellato. Non si può perdere tutto quello che abbiamo fatto a così pochi mesi dalla fine
— Gianmarco Orsini (@Axdamx) January 31, 2021
La feccia scrive #BastaLockdown.
— Francesco Campagna (@ProfCampagna) February 1, 2021
La feccia non è consapevole che il lockdown in Italia si sia concluso a maggio 2020.
La feccia non è in grado di capire il periodo storico che stiamo vivendo.
La feccia urla alla dittatura sanitaria.
La feccia rimarrà sempre feccia.
Proprio oggi scatta la zona gialla in 16 Regioni, che significa regole meno rigide soprattutto per quanto riguarda attività come bar e ristoranti. In zona arancione restano invece Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e la Provincia Autonoma di Bolzano.