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Coronavirus favorito dalla carenza di vitamina D: cosa mangiare per integrarla

La vitamina D potrebbe essere un fattore determinante per ridurre il rischio di contagio da Covid-19

La carenza di vitamina D pare abbia un legame con il Coronavirus. Ecco come integrarla con la dieta e quali alimenti ne contengono alte percentuali

Da diversi mesi si discute sul rapporto tra Coronavirus e vitamina D. Molti esperti ritengono che una carenza di questo nutriente, fondamentale per la salute delle ossa, sistema nervoso, muscolare e immunitario, possa favorire l'infezione da Covid-19. Uno studio spagnolo diffuso a fine ottobre confermava che l'80% dei malati che sperimentavano sintomi gravi presentavano una carenza da vitamina D. Coloro che registrano valori bassi di questo nutriente dovrebbero quindi integrarla anche attraverso la dieta ma con le giuste precauzioni.

Vitamina D, carenza: cause e sintomi

Una carenza di Vitamina D può presentarsi in situazioni come:

  • bassa esposizione ai raggi solari
  • problemi di assorbimento della vitamina stessa
  • una dieta povera di alimenti contenenti vitamina D
  • assunzione di farmaci che possono interferire con il suo normale assorbimento

L'Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) ritiene che i valori normali di vitamina D nel sangue debbano essere compresi tra 20 e 40 ng/ml. Questo nutriente viene assorbito solo in parte attraverso la dieta e quindi anche solo 30 minuti al giorno di esposizione ai raggi solari può fare la differenza. La carenza di vitamina D si riconosce da alcuni sintomi:

  • dolori muscolari
  • spossatezza
  • dolori alle ossa

Nei casi più gravi la carenza di vitamina D porta a rachitismo, osteomalacia e osteoporosi (ossa fragili e sensibili alle fratture) e aumento del rischio di carie ai denti.

Vitamina D alimenti: come integrarla con la dieta

L'esposizione solare è il metodo migliore per aumentare i livelli di vitamina D nell'organismo ma alcuni alimenti se assunti in maggiore quantità possono aiutare in questo senso. I cibi più ricchi di calciferolo sono:

  • fegato
  • turolo d'uovo
  • carne di maiale
  • olio di fegato di merluzzo
  • pesce (salmone, orata, sogliola, dentice, aringhe)
  • latte vaccino o di capra
  • yogurt
  • burro
  • funghi
  • cereali
  • soia

Vitamina D: controindicazioni

Prima di modificare la propria dieta bisogna però assolutamente rivolgersi al proprio medico, nutrizionista o dietologo per evitare di incorrere in problemi di salute per un eccesso di vitamina D. Ogni organismo ha necessità diverse e quindi prima di cambiare abitudini è sempre bene chiedere il parere di un esperto. Tra i sintomi più comuni di un eccesso di vitamina D ci sono nausea, diarrea e poliuria.