Coronavirus

Coronavirus, Galli: "Sembra marzo 2020. Pochi tamponi, ora pagheremo tutto"

L'infettivologo: "Nei prossimi dieci giorni capiremo quanto ci saranno costate le festività”

Coronavirus, Galli: "Sembra marzo 2020. Pochi tamponi, ora pagheremo tutto"

Il Coronavirus non smette di far paura. la situazione, soprattutto negli ospedali, ha ripreso ad essere preoccupante. Cresce il numero di contagiati e resta altissimo il dato giornaliero sui decessi. L’infettivologo Massimo Galli non è ottimista sul prossimo futuro. "Il dato più sensibile - spiega Galli alla Stampa - non riguarda i decessi, che non è detto che siano quotidiani e riguardano malattie protrattesi per settimane, ma ciò che conta è che gli infettati crescono stabilmente e gli ospedalizzati risalgono. Si fanno meno test in generale, perché prima veniva richiesto a molte persone, compresi i viaggiatori, mentre nel periodo natalizio c’è stata come una pausa e ultimamente ottiene il tampone solo chi ha forti motivazioni invece che una storia di contatti pericolosi".

"Vuol dire - prosegue Galli alla Stampa - che siamo tornati a valori simili alla prima ondata con pochi tamponi, molti contagiati sommersi e tanti morti. Il numero dei ricoveri è simile e anche se nella seconda ondata siamo più organizzati ci sono stati 43mila morti,e nonè finita. La seconda, nata quest’estate non facendo tamponi e sottostimando il problema, non è mai finita, perché le misure non l’hanno annientata. Ora c’è un aumento dei parametri che ci preoccupano di più, come i ricoveri, e una discreta stanchezza sia nella ricerca del contagio sia nell’applicazione delle regole. Nei prossimi dieci giorni capiremo quanto pagheremo le festività e poi speriamo non arrivi anche una terza ondata".