Coronavirus
Coronavirus, Gerli: "Varianti molto diffuse. In zone d'Italia insospettabili"
Uno studio svela quali siano le province più a rischio. Oltre alla Lombardia preoccupano: Toscana, Marche e Basilicata
Coronavirus, Gerli: "Varianti molto diffuse. In zone d'Italia insospettabili"
Il Coronavirus continua a far paura. Oltre all'alto numero dei contagi, ai ricoveri in ospedale e ai decessi alle stelle, ormai c'è un problema in più sotto gli occhi di tutti, le varianti. In Italia i nuovi ceppi del virus stanno prendendo sempre più piede, la conferma arriva - si legge sul Corriere della Sera - da uno studio di uno dei più grandi esperti di mappatura delle pandemie, l'ingegnere Alberto Gerli, specializzato in Texas e diventato nell’ultimo anno, grazie ai suoi modelli matematici sempre più raffinati, punto di riferimento per la comunità scientifica e per alcuni tra i più insigni medici ed epidemiologi in Lombardia. La mappa evidenzia le province in cui il rischio di diffusione delle varianti è più elevato. Da bollino rosso, oltre ad alcune zone della Lombardia, già duramente colpite nel recente passato, ce ne sono altre.
Sono quattro le province più a rischio in Emilia- Romagna, cinque in Toscana, due in Basilicata, una in Lazio, Marche, Abruzzo e Calabria. Tutte, da "bollino rosso": con la probabile presenza delle varianti nel loro rush iniziale, la fase più pericolosa e dagli effetti imprevedibili. Risultato: sono 25 le province - prosegue il Corriere - in cui le varianti hanno finora portato l’impatto più sensibile sull’aumento dei contagi. E, tra queste, sono 20 (soprattutto in Lombardia, Emilia- Romagna e Toscana) quelle in cui le mutazioni del virus appaiono nella fase iniziale, che lascia prevedere una forte espansione. «È una prima sperimentazione, ma viene dall’adattamento di un modello già affidabile — spiega Gerli — e rivela una diffusione delle varianti anche in zone insospettabili".